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FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - Blog Posts

3 years ago

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Poiché il soggetto in questione è una vera e propria leggenda nella Hall of Fame dei Transformer, la puntata di oggi è particolarmente molto lunga, per cui la suddividerò in più parti.

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 9: OPTIMUS PRIME, terza parte.

Optimus al cinema: Michael Bay e non solo

Il 2007 non è solo l’anno di Animated, ma anche l’anno di nascita dell’universo cinematografico di Michael Bay, croce e delizia dei TF-fan per essere un mondo tanto rivoluzionario e affascinante quanto controverso. Per quanto riguarda Optimus Prime, così accattivante ma anche così criticato, è già la seconda incarnazione ad adottare la maschera retrattile del suo precursore Animated. Allo stesso tempo, egli eredita dal G1 gli avambracci squadrati, la tipica livrea rossa e blu qui distribuita con un accattivante motivo a fiamme, e parti del fronte del camion a costituire il busto del robot (i pettorali/parabrezza, ad esempio). Invece, l’idea del camion più sporgente e non col muso piatto deriva dalla G2/Armada, oltre a essere una buona scusa del regista per dare un’impronta più americana all’intera vicenda. Anche le armi sono state in parte rivisitate, tanto da immortalare l’immagine di Optimus che sfodera delle lame gemelle dagli avambracci nell’immaginario collettivo... e che, a sua volta, avrebbe dato i natali alla controparte Prime nel decennio successivo.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

In realtà, questo è l’aspetto principale del Comandante Autobot nella prima trilogia di Michael Bay – quella che, per intenderci, comprende i film TRANSFORMERS 2007, La Vendetta del Caduto e Dark of the Moon – perché, come vedremo, nel corso del tempo si avrà una netta evoluzione nel design del robot con tanto di piccole variazioni sul tema.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Nel secondo capitolo, ad esempio, Optimus viene potenziato con i pezzi di un ferito Jetfire, un vecchio Bot che ha dato la sua vita per permettere al Comandante Autobot di affrontare il pericoloso avversario di turno. Oltre a essere un palese omaggio ad Armada, questa combinazione consente a Optimus anche di volare – capacità che si protrarrà anche nei film successivi, seppur con mezzi sempre più diversi.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Infatti, in TRANSFORMERS 3, dopo diversi anni sulla Terra il nostro ha ulteriormente aggiornato il proprio arsenale, al punto da dover usufruire... di un rimorchio! Rimorchio che finalmente arriva appunto nel terzo capitolo (facendosi un po’ aspettare, magari, dopo aver assaggiato la potenza nell’unione con Jetfire in La Vendetta del Caduto), assumendo una forma tondeggiante e divenendo una postazione per armi, che a pensarci come idea non è malvagia come evoluzione delle vecchie basi o avamposti armati. L’unica differenza dai due film precedenti è il dettaglio della pancia del robot, forse riparazione da parte di Ratchet di una ferita mortale inflitta da Megatron (che nel film precedente ha ucciso il suo rivale in un modo che dire vile è riduttivo!) proprio in quel punto. E, sempre nel terzo film, ecco che Prime sfreccia nei cieli nuovamente con una Modalità Volo, questa volta sottoforma di jetpack alato!

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Chiusa la “trilogia classica”, a partire da L’Era dell’Estinzione del 2014 ci si ritroverà in uno scenario completamente diverso. In seguito agli eventi di Chicago i Transformer vengono banditi dalla società umana e diventano tutti dei bersagli... incluso lo stesso Optimus, che è costretto a nascondersi sottoforma di un vecchio camion arrugginito. Di per sé questo è l’unico riferimento alla G1 in tutto il Bayverso, in risposta alle ripetute lamentele dei fan che fino ad allora non hanno apprezzato l’altmode “muso lungo” introdotto nel 2007. Tuttavia, la cosiddetta “Evasion Mode” (come è stata soprannominata dagli addetti ai lavori) è solo una modalità transitoria, non solo perché lo stesso Comandante Autobot è ferito e richiede urgenti riparazioni. Neanche a dirlo, nello stesso film, si assisterà a una vera e propria metamorfosi... a cominciare dal camion, che ritorna ad avere il look affusolato che abbiamo imparato a conoscere.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Intanto Optimus Prime, saputa l’orribile notizia che il Governo sta massacrando i Cybertroniani in modo indiscriminato, è costretto ad appendere la diplomazia al chiodo («Autobot... finora ho giurato che non avrei mai ucciso gli umani. Ma quando scoprirò chi c’è dietro a tutto questo... dovrà morire!»). Così, da supereroe che piange per la perdita degli amici umani e Autobot, si trasforma in un feroce mercenario assetato di sangue e vendetta. Altmode nuovo, vita nuova, robot nuovo: infatti, per qualche assurdo motivo (e dico sul serio!), la nuova forma robotica di Optimus ricorda l’armatura di un cavaliere medievale. Ma allora dov’è la sua fantomatica corazza argentata dei primi bozzetti se vedo solo i guanti, la Spada del Giudizio, lo Scudo Vector, il suo fucile personalizzato e gli stivali a razzo (sic!) per volare via a caccia dei suoi Creatori? Per carità, fin da La Vendetta del Caduto si è insistito molto sul fatto che lui sia “l’ultimo dei Prime”, ma a quanto pare gli autori hanno gettato alle ortiche questo dettaglio. Ciononostante, il dubbio resta: perché rivelare di punto in bianco che Optimus Prime è anche/in realtà un Cavaliere di Cybertron? Non può essere così vecchio!

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Purtroppo l’azzardata scelta di virare verso le atmosfere fantasy/medievali/ciclo arturiano ha causato la morte della saga nel 2017 dopo cinque film, a causa sia dell’addio di Michael Bay alla regia sia del drastico e progressivo calo degli incassi e della qualità in generale. In L’Ultimo Cavaliere, tra il serio e il faceto, il nostro ha di nuovo perso la testa, ma non volontariamente. All’inizio, si ritrova su una Cybertron devastata e lui, dinanzi a quell’orribile spettacolo, ne è disgustato, sotto shock... insomma, chi ha osato fare uno scempio simile alla sua vecchia casa? Frase contraddittoria, considerando che in Dark of the Moon è stato proprio Prime a voler distruggere il Ponte Spaziale di Sentinel Prime per evitare che questi schiavizzasse gli umani allo scopo di ricostruire il suo amato pianeta natale. Oppure è solo una domanda retorica, come a dire: «Che cos’ho fatto?!?»... frase che in effetti il nostro dirà una volta rinsavito, rendendosi conto che stava quasi per uccidere il suo amatissimo amico/figlio Bumblebee, quindi interpreterei quella reazione sotto questa chiave di lettura.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Poi, a un certo punto della sua carriera, Optimus Prime viene manipolato e ingannato da Quintessa, trasformandolo nel riflesso oscuro di sé stesso. Ne avevamo già ampliamente parlato nella Puntata 6, tuttavia un breve riepilogo male non fa.

Questo alter ego, ribattezzato Nemesis Prime, è un’autentica versione negativa del Comandante Autobot: completamente devoto alla sua padrona, egli è ormai privo della sua proverbiale gentilezza e bontà d’animo, lasciando posto a una spietata macchina assassina capace solo di annientare chiunque intralci il suo cammino (solo in questa veste, a mio avviso, la minaccia «Io ti ucciderò!» ha molto più senso!). Apparentemente nulla sembra fermarlo... tranne il suono della voce di Bumblebee e della ferrea fiducia dell’amico umano Cade Yeager. E ora che la Terra e Cybertron sono unite come un solo pianeta «È giunto il momento di tornare a casa.»... ma non vedremo mai la fine della storia per i motivi sopra citati.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 09: OPTIMUS PRIME (3)

Nonostante tutto, Optimus Prime resta il più riconoscibile, vero filo conduttore tra i film di Bay e la classica G1. E a proposito di G1... a salvare la reputazione del buon Commander interviene un tal Travis Knight nel 2018, regalando al pubblico quel tenerissimo capolavoro che è BUMBLEBEE. Anche se in realtà è uno spin-off sulle vicende del piccolo ricognitore Autobot giallo (di cui parleremo prossimamente), è il look generale dei robot a riportarli auge sul grande schermo. Ridisegnarli con le classiche fattezze G1, infatti, è stata una mossa vincente e il “nuovo” Optimus Prime è piaciuto subito: squadrato dalla testa ai piedi, armato di fucile a ioni alla vecchia maniera (non integrato nel braccio, quindi) e il volto sempre coperto da una maschera. Certo, qui è un personaggio secondario, ma in futuro lo rivedremo protagonista numero uno nel prossimo film live action TRANSFORMERS: Il Risveglio.

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3 years ago

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)

Poiché il soggetto in questione è una vera e propria leggenda nella Hall of Fame dei Transformer, la puntata di oggi è particolarmente molto lunga, per cui la suddividerò in più parti.

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 7: OPTIMUS PRIME, seconda parte.

Vento di cambiamenti

Esaurito l’argomento G1 – del quale ho preferito non dilungarmi troppo, inclusa la parentesi ‘Master – saltiamo direttamente nell’universo Biocombat/Beast Wars degli anni ‘90, nel quale i Transformer “classici” fanno un cameo a cavallo tra la seconda e terza stagione, e tra questi ritroviamo proprio Optimus Prime... inattivo, insieme a tutti gli altri Autobot e Decepticon, a bordo dell’Arca. In questo specifico caso, il capo dei Maximal Optimus Primal (suo discendente e semiomonimo) gli estrae dal petto la Matrice del Comando, dopo che questi e i suoi compagni hanno riparato i corpi dei loro antenati danneggiati dall’ennesimo machiavellico piano dell’astutissimo rivale Megatron – impedendogli così la completa cancellazione di quella linea temporale.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)

E, di nuovo, mi fermo qui, visto che Blackjack – come lo chiamavamo noi in Italia – è un personaggio a sé stante e condivide col Comandante Autobot solo la semi-omonimia, anche dopo la sua evoluzione in un corpo Transmetal 2 (e con che nome... Optimal Optimus!). Non ho, invece, moltissimi ricordi delle serie animate dei primi Duemila in cui Commander è il classico protagonista numero uno, ovvero Robot in Disguise 2001 e la Trilogia Unicron (2002-2005); eppure, se non fossero mai esistiti non avremmo poi avuto i film di Michael Bay, i cui robot hanno ereditato alcune caratteristiche fisiche... ma questa è un’altra storia.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)

Anche Derrick J. Wyatt, per il suo capolavoro Animated, ha preso spunto dal passato per costruire il profilo psicologico del “suo” Optimus Prime. Nasce così non il classico comandante veterano ed esperto come ormai siamo abituati, ma un vero e proprio erede spirituale del Beast Wars Optimus Primal: un povero ragazzo che si è ritrovato suo malgrado come capo di una squadra altrettanto scalmanata – un gigante buono ma impacciato, un ragazzino indisciplinato, un ninja poco loquace e un vecchio e burbero ufficiale medico. Inoltre, Optimus non è nemmeno un soldato, ma un ordinario manutentore di Ponti Spaziali col dolore di aver lasciato a morire l’amica/fidanzatina Elita One (diventata poi Blackarachnia) su un pianeta sconosciuto e l’umiliazione di essere sempre bullizzato da quell’arrogante Sentinel Prime fin dai tempi dell’accademia.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)

Esteticamente Optimus ha mantenuto l’aplomb di “eroe mascherato armato di ascia energetica” dall’iconografia classica, ma la novità assoluta che ha rivoluzionato l’aspetto del personaggio negli anni a venire è la scelta di rendere retrattile quella famosa maschera, immortalando l’abitudine di sfoggiarla solo durante i combattimenti – mentre in condizioni normali è sempre a volto scoperto. Sì, avete capito bene: prendendo spunto dall’Optimus di Cybertron, e prima di lui da Beast Wars Optimus Primal, Wyatt ha disegnato la sua versione del Comandante Autobot con un vero e proprio volto... una tradizione che continua ancora oggi nelle incarnazioni successive, salvo qualche sporadica eccezione. Altra grande rivoluzione arriva per quanto riguarda il nostro doppiaggio italiano, poiché proprio Animated ha cementato il ruolo di Marco “Batman” Balzarotti come voce di Optimus in serie animate e videogiochi futuri.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 08: OPTIMUS PRIME (2)

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3 years ago

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 07: OPTIMUS PRIME (1)

Poiché il soggetto in questione è una vera e propria leggenda nella Hall of Fame dei Transformer, la puntata di oggi è particolarmente molto lunga, per cui la suddividerò in più parti.

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 7: OPTIMUS PRIME, prima parte.

L’inizio: Commander e i suoi Autorobot

Ormai senza di lui non esisterebbero gli Autobot, come non esisterebbero gli Avengers senza Capitan America, la Justice League senza Superman... o Mass Effect senza il comandante Shepard. E poi, siamo onesti: come si fa a non resistere alla vista di quel bel camion rosso e blu col rimorchio bianco al seguito, che si trasforma in un colosso di dieci metri spesso armato di fucile a ioni e ascia energetica (o lame gemelle retrattili, fate voi), e col volto perennemente coperto da una maschera? In quante occasioni almeno una volta lo avete sentito pronunciare frasi memorabili quali l’immortale «La libertà è un diritto di ogni essere senziente» o la più moderna «Uno resterà in piedi, l’altro cadrà»? E c’è stata forse una volta in cui, prima di entrare in azione, non abbia mai ordinato ai suoi compagni: «Autobot, trasformatevi e in marcia!» con l’inconfondibile vocione americano di Peter Cullen o del nostro rispettabilissimo Diego Reggente? Ovviamente no! Sarebbe un sacrilegio per noi fan che in trentacinque anni abbiamo seguito le sue avventure sulla Terra (e non solo) in ogni media esistente!

Che abbiate esultato per ogni piano dei Decepticon che ha fermato insieme ai suoi Autobot, fatto il tifo per lui nei millemila scontri all’ultimo sangue contro Megatron, o addirittura versato fiumi di lacrime quando avete assistito alla sua morte nel film animato del 1986, il nome di OPTIMUS PRIME è e sarà sempre associato al coraggio, autosacrificio, e un indomabile spirito combattivo; un guerriero sempre pronto a dare la propria vita nel proteggere gli esseri senzienti, organici o sintetici che siano.

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Per i Decepticon questo potrebbe essere il Giorno del Giudizio...

Adesso qualche ex bimbo italiano degli anni ‘80 starà sicuramente strabuzzando gli occhi e facendo spallucce mentre si chiede: «Optimus... chi?!?». Logico, visto che all’epoca in Italia era conosciuto come Commander e oggi quella fetta di fan lo ricorda ancora con quel nome. Curiosamente, però, quella parola all’apparenza scelta a caso dalla GIG potrebbe probabilmente derivare da uno dei tre moduli di cui è composto il personaggio: “Commander” è, infatti, il modulo centrale rappresentato dal robot stesso per cui, tutto sommato, non ha torto. E così, superata la barriera del nome, conosciamo meglio questo Bot a partire dalle sue origini narrative e non da quelle animate, perché ci sono pervenute la bellezza di ben dodici versioni diverse di Optimus nel corso della sua chilometrica carriera multimediale.

Ratchet e Soundwave (in alto) e Orion Pax e Megatronus (in basso) durante l'anteguerra di Cybertron

La mia origin story preferita – nonché quella che personalmente reputo la più coerente – è la versione della Continuità Allineata, raccontata persino da Ratchet nella serie TRANSFORMERS: Prime del 2010. Esattamente come ci viene narrato nell’episodio L’Alba della Guerra della Stagione 2 G1, Optimus Prime da ragazzo si chiamava Orion Pax, un timidissimo e umile Bot che lavorava non come un operaio navale come nella G1 ma come archivista e allievo di Alpha Trion. Lo stesso robot decano che, nella puntata di cui sopra, ripara i feriti Orion Pax e la sua fidanzatina Ariel (vittime di un’imboscata di Megatron) riconvertendoli nelle rispettive versioni “adulte” che conosciamo. Tutto ciò accadde nei – per così dire – “secoli bui” di Cybertron, una sorta di Medioevo in cui politiche inefficaci e una corruzione sempre più soffocante avevano creato enormi diseguaglianze sociali. Un giorno, ispirato dalle parole di un ex gladiatore di nome Megatron, Orion Pax pose un freno all’oppressivo sistema a caste che schiacciava la libertà di ogni essere senziente. I due erano fratelli come gli dei Zeus e Ade, così uguali ma così diversi – al punto di dividersi tragicamente una volta che Megatron rivelò le sue vere intenzioni all’Alto Consiglio, cioè usare la forza per rovesciare i leader del pianeta. Questo, in soldoni, è il germe della leggendaria Guerra per Cybertron, immortalata nei videogiochi del dinamico duo Activision/High Moon Studios e nella recente serie animata Netflix omonima.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 07: OPTIMUS PRIME (1)

Un background decisamente più elaborato, crudo e oscuro e meno tagliato con l’accetta del triplice episodio pilota della G1 Molto più di quel che appare, in cui comunque apprendiamo che è stato lo stesso Optimus Prime a deviare la traiettoria dell’Arca mentre precipita sulla Terra e si schianta sul monte St. Hilary. E, prima di questo, è stata sua la dolorosa scelta di accettare il fardello della Matrice del Comando (diventando così “l’ultimo dei Prime”) e di abbandonare l’ormai inabitabile Cybertron: «La guerra è perduta. – dice Optimus a Bumblebee all’inizio di La Caduta di Cybertron – Lasciare la nostra casa è stata la decisione più sofferta che io abbia mai preso». E del “come” il nostro Commander abbia impedito a Megatron di vincere la guerra civile sulla Terra e di sprofondare l’universo nel caos esistono diverse versioni, dalla più pragmatica a quella più macabra... ma andiamo con ordine.

Adesso chi è quello vero?!?

Essendo amante delle trame più votate a esplorare la psicologia dei personaggi, ho deciso di selezionare alcune puntate G1 in cui Optimus Prime è il fulcro della storia: ricordo ad esempio La Città d’Acciaio, in cui il poveretto viene catturato e letteralmente smembrato dai Constructicon e i pezzi vengono riciclati come armi per difendere la nuova torre Decepticon a New York. In seguito diventa la preda ambita da un losco signorotto in Bersaglio: Optimus Prime ed è persino costretto a confrontarsi con un suo clone in Un Problema per Optimus Prime. A parte queste prove fisiche, ci sono state puntate in cui il nostro ha dimostrato una sensibilità e un amore umani verso i suoi cari che mi ha davvero commosso... e non c’è da stupirsi che i fan lo osannino spesso come la figura paterna perfetta!

Possiamo solo scioglierci guardando questa scena...

In La pazzia degli Autobot Optimus e altri suoi compagni vengono alterati da un dispositivo “distorci-personalità” di Megatron, e quando Bumblebee riesce con successo a rinsavire il comandante, questi lo ringrazia con un caloroso abbraccio. Alla ricerca di Alpha Trion invece segna l’esordio delle Fembot e la loro capitana Elita One rischia la Scintilla dopo aver salvato Optimus Prime da un tragico destino; proprio lui si dispera per le condizioni della collega, lasciando intendere un implicito interesse amoroso per lei.

Solo tu puoi interfacciarti con lei...

Il suo canto del cigno avviene nel film del 1986, in cui assistiamo all’ultimo duello tra i capi delle rispettive fazioni, alla fine del quale escono entrambi distrutti... in tutti i sensi. Mentre un gravemente danneggiato Megatron sarà riconvertito in Galvatron per mano di Unicron, Optimus Prime (come ho detto all’inizio) spira davanti agli occhi degli sconvolti amici Autobot e degli altrettanto sconvolti spettatori: il suo corpo si ingrigisce, gli occhi si spengono, e la sua Scintilla si estingue un attimo dopo aver sussurrato una frase che in futuro diverrà un celebre marchio di fabbrica soprattutto degli Autobot: «Finché tutti sono uno». Per quanto all’epoca per gli addetti ai lavori fosse stata solo una mera scelta di marketing per promuovere la nuova linea di giocattoli in imminente uscita, per noi fan la morte di Optimus fu come se una parte di noi fosse morta con lui. E fu un vero shock rivederlo come zombi in quella che considero la puntata più struggente e inquietante di tutta la Stagione 3 G1, la cui trama avrebbe dato i natali a un certo personaggio del Bayverso: Risveglio Oscuro, nel quale il cadavere dell’ex Comandante Autobot viene addirittura corrotto dai Quintesson per farne una pedina in un piano per attirare gli Autobot di Rodimus Prime in una trappola mortale.

Fa più paura lui che il Nemesis Prime di L'Ultimo Cavaliere é___è

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3 years ago

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Dopo la pausa estiva, e ironia della sorte nel ponte di Halloween, riprendo la mia rubrica Heroes of Cybertron, e come al solito alternando gli Autobot con i Decepticon. Anche se questo qui non si può definirlo tale... insomma, è complicato!

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 6: NEMESIS PRIME, quando il tuo vero nemico è te stesso

Immaginate di essere un Autobot e di trovarvi in strada mentre state tornando alla base. È sera, fuori piove, la visibilità è scarsa. Talmente scarsa che non vi accorgete che un camion familiare vi ha appena affiancato. Penserete: “Bene, è Optimus Prime. Sono al sicuro.”... quanto vi sbagliate! Infatti, in quel momento, lo sconosciuto comincia a speronarvi cercando di mandarvi fuori strada e, prima che possiate riprendere il controllo, scoprite con orrore che quello che sembrava Optimus in realtà non è Optimus: il camion è dipinto di nero, le sue cromature sono sbiadite e ossidate, i fari brillano di un azzurro freddo come il ghiaccio e i parabrezza sono opachi e di colore rosso sangue. Inoltre, ciò che lo rende ancora più inquietante sono gli occhi rossi da Decepticon del robot! Per quanto voi gli urliate di lasciarvi in pace, lui si avvicina imperterrito e con molta freddezza vi elimina senza alcuna pietà prima di tornare da dov’era venuto.

Sembra il classico racconto a tema Halloween con i Transformer, e forse in fondo lo è, ma quello che avete appena incontrato è il protagonista di questa nuova puntata... che paradossalmente non parteggia per nessuno se non per se stesso nonostante il simbolo Decepticon sulla spalla.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

NEMESIS PRIME è un autentico abominio, uno scherzo della natura, il terrore sulle sei ruote. Se devo trovare un corrispettivo fumettistico, egli rappresenta ciò che Venom è per Spider-Man: un Bot molto più terrificante di Megatron in quanto oscuro riflesso di Optimus Prime, che instilla terrore nel cuore delle vittime mentre indossa la maschera del loro eroe. È dotato di alcune abilità del Comandante Autobot, ma privo di ogni restrizione morale, più che sufficiente per seminare terrore e distruzione dovunque egli vada, anche se la sua natura varia tra un universo all’altro. Giusto per dirne tre: un clone costruito dai Decepticon nella G1; una malvagia incarnazione del futuro creata da Unicron nella recentissima serie Netflix War for Cybertron; l’alter ego à la Dr. Jekyll/Mr. Hyde di Optimus Prime nel quinto film di Michael Bay TRANSFORMERS: L’Ultimo Cavaliere. E trattandosi di una creatura votata totalmente al Male e del tutto insensibile nei confronti della vita in generale, Nemesis è famoso anche per una più allegra e buffa caratteristica: odia a morte il Natale, come il vecchio Scrooge del Canto di Natale di Dickensiana memoria!

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Tornando seri, non conosco alcuna origin story di Nemesis Prime univoca poiché in generale egli esiste solo come “un Optimus Prime ricolorato di nero” e niente più. Mancanza narrativa del tutto giustificabile, dal momento che non vedremo un personaggio con questo nome fino al 2002, nella serie Armada della Trilogia Unicron. In effetti il Latore del Caos ci mette davvero lo zampino, creando un suo docile schiavo perché compia la sua missione di araldo – o meglio, il suo “burattino”, che è anche il titolo della puntata d’esordio – e causalmente è identico a Optimus, a parte i colori scuri e l’inquietante potere di rimarginare ferite anche mortali (avete presente la scena in cui Nemesis perde letteralmente la faccia... ma che si rigenera pochi secondi dopo?). I più puristi del franchise, tra cui uno degli amministratori del nostro gruppo Facebook Autorobot.it, hanno segnalato che prima di Armada esiste già un “prototipo” di Nemesis Prime. Basterà, infatti, fare un leggero passo indietro, esattamente nella serie Robot in Disguise 2001, e troveremo Scourge, un mercenario/cacciatore di taglie col corpo di Optimus Prime e la personalità di Megatron... un personaggio talmente riuscito da essere considerato una vera spina nel fianco per gli Autobot e da meritarsi un posto nel cast del prossimo film live action TRANSFORMERS: Il Risveglio.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

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La mia origin story di Nemesis Prime che io preferisco in assoluto, tuttavia, viene direttamente dai fumetti IDW di quel periodo, tra i brillanti Spotlight di Simon Furman e la parentesi G1-Azione. La storia riguarda un trisavolo dello stesso Optimus, Nova Prime, e traduce in salsa Cybertroniana il “folle volo di Ulisse” raccontato da Dante nella sua Divina Commedia; storia peraltro presente anche nel videogioco della premiata ditta Activision/High Moon Studios, TRANSFORMERS: Devastation. L’allora Comandante Autobot, proprio come l’eroe dantesco condannato nel girone dei fraudolenti, durante uno dei suoi viaggi di colonizzazione ha peccato di curiositas (come la chiamano i latini) e si è spinto ben oltre i confini dell’universo conosciuto, finendo intrappolato in un buco nero. Non è bastato il discorso in stile «Considerate le vostre radici: non siete nati per vivere come barbari, ma per seguire virtù e conoscenza» per rincuorare il suo recalcitrante equipaggio, e lo sfortunato Bot viene dato per morto. Una morte apparente, in verità, perché si è salvato dopo essere entrato in simbiosi con una malevola reliquia familiare a chi ha giocato almeno una volta a TRANSFORMERS: The Dark Spark. La IDW la chiama semplicemente “Oscurità” ma il parallelismo alla Spark Oscura videoludica è palese, così come il cosiddetto Necro-universo (il nuovo regno di Nova Prime) somiglia in modo preoccupante all’Ade, all’Oltretomba, al “Dead Space” videoludico... insomma, un regno in cui il concetto di vita in sé non è il benvenuto. E, di conseguenza, come una versione in miniatura di Unicron, la sua prossima missione è distruggere proprio quella luce... indovinate chi? Esatto, Optimus Prime e la sua Matrice del Comando.

Anche se dovessi spingermi oltre nell’alludere all’ordine delle Lanterne Nere della DC Comics (perché gli schiavi del detentore dell’Oscurità sono praticamente degli zombi!) o addirittura a quel Titano Pazzo di Thanos della Marvel, il Nemesis Prime cartaceo è molto più accattivante e tridimensionale delle deludenti versioni del personaggio qui di seguito. La migliore delle due viene dalla Continuità Allineata, apparsa una tantum nella seconda stagione di TRANSFORMERS: Prime. Tornando al bad trip che vi ho proposto all’inizio, ironicamente è la stessa situazione in cui il povero Agente Fowler si è ritrovato suo malgrado nella puntata d’esordio del nemico: «Ti è forse andata di volta la marmitta?!?», esclama, durante il suo incontro con quello che si rivelerà un costrutto artificiale della MECH, organizzazione paramilitare che ricorda troppo il gruppo Cerberusdi Mass Effect o la KSI di TRANSFORMERS: L’Era dell’Estinzione. E come tale, questo nuovo supersoldato robotico (che, guarda caso, Miko ribattezza Nemesis Prime) è frutto dell’attento studio della tecnologia Cybertroniana da parte di Silas e la sua squadra, il quale lo comanda a distanza. Sarà l’intervento di Optimus a distruggere il suo “gemello” e a porre fine – momentanea – alla vita di questa efferata organizzazione, che fino a allora era riuscita a dare filo da torcere ai Transformer.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Saltiamo ora al 2017, dieci anni dopo l’uscita del primo film live action dedicato ai Transformer, e anno di nascita del Nemesis Prime che mi ha lasciato di più l’amaro in bocca. Durante la campagna pubblicitaria della futura ultima opera TF di Michael Bay, il pubblico e i fan erano rimasti scioccati nel vedere nelle prime immagini e locandine un Optimus Prime con gli occhi viola e una “strisciata di sangue” su un lato del volto. Un errore? Una svista? Un depistaggio? No, semplicemente la verità: in L’Ultimo Cavaliere, infatti, il nostro torna inaspettatamente su Cybertron durante la sua ricerca dei fantomatici Creatori e viene letteralmente incatenato in stile La Caduta di Cybertron da un’antichissima e potentissima strega di nome Quintessa. Quest’ultima gli rivela che presto Unicron si sta ridestando e la Terra è destinata a morire in quanto Latore del Caos sotto mentite spoglie; di conseguenza, il sacrificio del pianeta riporterebbe Cybertron al suo antico splendore, o almeno in linea teorica: «Il tuo mondo è distrutto. – dice infine la strega – È redenzione che cerchi?». Optimus, con le mani legate, è costretto ad accettare e diventa di lì a poco succube di Quintessa, che lo spoglia della sua famosa purezza e lo trasforma nel riflesso oscuro di sé stesso... in pratica, da Dr. Jekyll a Mr. Hyde.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Avevo detto che tra tutte le sue incarnazioni questo è il Nemesis Prime mi ha lasciato di più l’amaro in bocca, e per questo motivo ho deciso di spendere qualche riga in più. Semplicemente, mi ha deluso sia per la poca attenzione riservata al personaggio sia per la scelta estetica di modificare solo il volto e non l’intero corpo per distinguere l’Optimus “buono” da quello “malvagio”. Confesso, però, che mi ha rabbrividito molto quel primo piano in cui chiede alla coprotagonista umana di consegnargli il Bastone di Merlino con quel modo poco gentile – il gioco di luci e ombre della scena, infatti, rendono i tipici colori di Optimus più scuri e richiamano così lo Scourge di Armada... oppure la livrea nera da sempre caratteristica del personaggio di Nemesis nella mitologia dei Transformer. La magra consolazione è che almeno le famigerate minacce «Ti uccido!» di qua e «Ti uccido!» di là hanno più senso pronunciate da questa versione del personaggio che non dal suo più mite e eroico alter ego. Dunque, ironicamente, questo Nemesis Prime è il fantasma dell’Op-timus che da La Vendetta del Caduto in avanti predica bene ma razzola male, strappando facce e minacciando di morte chi non riscuote le sue simpatie.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Di recente, visto il “successo” della controparte cinematografica, Nemesis si è ritagliato un posto anche nella Trilogia War for Cybertron di Netflix. Per non scendere troppo nel banale, quest’incarnazione altro non è che un Optimus Prime alternativo, in cui in un futuro remoto ha accettato di essere schiavo di Unicron al punto che da quel momento in poi lo vediamo al fianco dell’alter ego futuro di Megatron alias Galvatron: dunque sono loro gli antagonisti di tutta la vicenda, capaci di portare lo scontro tra le loro corrispettive controparti del presente non tanto sul piano fisico quanto su quello psicologico. Questo Nemesis Prime, quindi, rappresenta un Optimus Prime caduto nell’oscurità, non un suo clone malvagio!

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

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Menzione d’onore: Optimus Prime “Shattered Glass”

Non esattamente un’incarnazione di Nemesis Prime, ma credo sia doverosa fare una speciale menzione alla versione Shattered Glass di Optimus Prime, universo narrativo varato per la BotCon 2008 con l’idea di rovesciare i tipici canoni Bene/Male degli Autobot e dei Decepticon. In quest’ottica, il profilo psicologico dello storico Commander viene ribaltato completamente e ci troviamo di fronte a un dispotico leader, quindi a uno pseudo-Nemesis Prime: un Bot sadico, tirannico, crudele e ambizioso... in poche parole il Megatron di quella dimensione speculare!

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Si narra che, in passato, egli fosse un archivista – in linea con quanto si vedrà nella Continuità Allineata – fatta eccezione per il nome pre-Prime. Non più “Orion Pax”, come vuole la tradizione, ma Optronix, nome citato spesso nella continuità fumettista G1 della Dreamwave. In seguito, dopo aver riunito un manipolo di cittadini guerrafondai sotto lo stendardo degli Autobot, in un momento cruciale ma non documentato Optimus Prime (nuovo nome adottato dopo aver potenziato il proprio corpo) perse la testa... per fortuna non in senso letterale! Fu infatti allora che egli impazzì e sviluppò il macabro hobby di sospendere alle pareti i cadaveri dei suoi nemici sconfitti e di rivolgere loro la parola come se fossero ancora vivi. È completamente insensibile, capace di sfoggiare severe punizioni, minacce di morte e terribili scatti di ira persino nei confronti dei suoi più fedeli sottoposti. Un personaggio che non poteva mancare nella scheda del “Prime corrotto” per antonomasia!

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Sfortunatamente essere Nemesis Prime significa relegare la propria vita come action figure a un mero “Optimus Prime ricolorato di nero” a quasi ogni uscita del suo alter ego buono. Il capostipite di questa poco felice stirpe è un Basic della linea Robot in Disguise 2001 chiamato Spy Changer Scourge, che in seguito verrà riproposto proprio come G1 Nemesis Prime qualche anno più tardi. Da qui in poi, però, è una vera e propria parata degli Optimus in nero: un Alternator, un Classic/Universe 2.0, e persino un paio di Masterpiece. Il tutto senza dimenticare l’esistenza di due versioni del personaggio apparse nella recente Trilogia War for Cybertron, entrambe ristampe del Siege Optimus Prime: la prima è un’esclusiva giapponese della Takara, la seconda fa parte dell’ondata promozionale di Earthrise venduta come “Spoiler Pack”. Particolarità di quest’ultima è la presenza di accessori familiari e ripescati dalla vetusta linea Power of the Prime e un blocco di plastilina nera in cui sono sepolti tre piccoli cubi di Energon simili a quelli presenti nel set di Ultra Magnus.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

Nulla da dire anche per i modellini delle altre incarnazioni come Armada, Prime (che esiste solo come recolor della versione Arms Micron giapponese di Optimus Prime) e il Bayverse... o quasi. In quest’ultimo caso, a parte un Power Battler e gli ennesimi recolor di un Optimus Prime (il famoso “Evasion Mode” con l’altmode simil-G1 e il “cavaliere nero” esclusivo dei Toys-R-Us giapponesi) de L’Era dell’Estinzione, non esiste un Nemesis Prime giocattolo degno di questo nome. Guardando meglio, però, per la linea parallela Movie the Best del 2017 viene rilasciato un Leader ancora una volta esclusivo della Takaracon una livrea più scura, occhi viola e l’iconica “strisciata di sangue” di Quintessa. In quel periodo esce anche la linea dedicata a L’Ultimo Cavaliere e inevitabilmente anche il Voyager Optimus Prime subisce il trattamento Nemesis Prime, sottoforma di un’esclusiva Omni7 ribattezzata (con non molta fantasia) Optimus Prime oscuro. Infine, per il film spin-off di Bumblebee ritroviamo l’Evasion Mode del quarto film, anche quello ricolorato di nero ed è l’ennesima action figure a tiratura limitata – la “Legendary” giapponese, nello specifico.

FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME

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CONCLUSIONE

Nonostante tutte queste “buone qualità” narrative e la penuria di action figure degne di riscattare il personaggio, è relativamente raro incontrare una versione negativa di Optimus, perché ormai sappiamo tutti che la sua vera nemesi è e sarà sempre Megatron. Eppure, un possibile incontro-scontro tra i due Prime potrebbe essere articolato perlopiù sul piano psicologico: ci troviamo, infatti, di fronte a due distinte facce di quello che è considerato l’Eroe per antonomasia dei Transformer, e fa specie accorgerci che anche il pio Optimus possieda un lato oscuro, facendolo avvicinare sempre più a una persona in carne e ossa! Allo stesso tempo, dà l’illusione di mettere a confronto la figura bonaria e compassionevole a cui siamo ormai abituati dalla G1 in poi (quindi un Bot riluttante all’uso della forza e invece disposto a trovare la pace attraverso il dialogo) con quella controversa e violenta della saga Live Action.

Io spero solo in un nuovo modellino del personaggio una spanna sopra i suoi predecessori, purché abbia un design originale e che non sia solo l’ennesimo “Optimus in nero”!

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

Seconda puntata speciale. Oggi infatti è il compleanno di @jazzluca e pertanto la festeggerò passando sotto i riflettori sul suo Autobot preferito...

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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SPECIALE 2: JAZZ, un guerriero “stiloso”

Fallo con stile o non farlo affatto!, questa è la sua filosofia di vita. Un Bot dal riconoscibilissimo altmode di Porsche 935 Turbo, sempre appassionato di modi e costumi delle culture autoctone di qualunque pianeta su cui si rechi (come la nostra Terra), il cui ruolo principale è sempre rimasto quello di agente speciale e sabotatore. Abilissimo guerriero, JAZZ (Tigre da noi in Italia) è il Bot “giusto” per antonomasia, abituato appunto a fare tutto con stile. In generale, egli è il braccio destro di Optimus Prime fin da prima della partenza da Cybertroncon l’Arca, ma dopo l’esilio sulla Terra questo suo ruolo si fa altalenante, forse perché troppo occupato a immergersi nelle abitudini terrestri. Quando però la situazione lo richiede, Jazz è sempre pronto ad affrontare i Decepticon con la sua abilità e i suoi potenti altoparlanti che sparano musica a palla! Ormai all’attivo conta ben cinque apparizioni nei millemila universi Transformer, di cui almeno una nel Movie-verso, e per questo motivo entra di diritto nella Hall of Fame dei TF.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

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Del G1 Jazz contiamo apparizioni nel cartone, nel film del 1986 (come membro della Base Luna Uno insieme al buon Cliffjumper) nei fumetti “classici” della Marvel e in quelli “moderni” della IDW con tanto di Spotlight, ma la popolarità del personaggio raggiunge l’apice in concomitanza dell’uscita nel 2007 del primo capitolo della saga live action di Michael Bay: sia nel suddetto lungometraggio sia nei fumetti ad esso dedicati, Jazz non si trasforma più in una Porsche ma in una Pontiac Solstice argentata, pur mantenendo però l’iconico assetto della testa con le “orecchie di gatto” e il visore, ora retrattile. In questa continuità Jazz mantiene il ruolo di primo ufficiale e il pallino nell’assimilare le culture aliene con tanto di famosa/famigerata parlantina da “figone” («Ciao, raga. Che si dice? Ganzo, questo posto... ci sto dentro!»); purtroppo, la sua sarà un’apparizione una tantum, giacché il povero Bot finirà fatalmente e letteralmente spaccato a metà dal redivivo Megatron.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

Per sua fortuna, quel gran genio di Derrick J. Wyatt lo “resuscita” per un ruolo da protagonista nella sua serie capolavoro Animated, etichettandolo addirittura come membro della Guardia d’Élite di Ultra Magnus e abilissimo esperto nelle arti marziali armato di nunchuck, nonché un Bot curioso ed interessato a conoscere le culture aliene, anche quelle organiche... proprio come il G1! La cattiva notizia per noi fan italiani è che le sue gesta non vanno oltre la Stagione 2, a causa della mancata importazione della 3 in terra nostrana. E secondo The Allspark Almanac II, nella defunta Stagione 4 Jazz sarebbe stato inserito nel cast principale al posto di Prowl, così come Ironhide avrebbe sostituito Bulkhead – un palese rimando all’entourage ristretto del primo film di Bay!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

L’anno seguente, in occasione della BotCon, a Jazz tocca anche una particina nell’universo speculare Shattered Glass (accompagnato addirittura dal fratello gemello Ricochet) ma nonostante adesso sia un Autobot “cattivo”, sfoggia uno schema di colori identico al G1... ehm, al G2 Jazz “buono”, stereotipato al punto che parla come il mitico B. A. Baracus della serie TV A-Team.

Il viaggio di Jazz non finisce qui. Già nella Continuità Allineata, infatti, egli copre un paio di ruoli importanti nei romanzi di Alex Irvine, nelle serie animate e nei videogiochi del dinamico duo Activision/High Moon Studios. Nel secondo caso, avremmo dovuto vederlo in azione nella serie in CGI TRANSFORMERS: Prime (con tanto di design curato dall’artista nostrano Emiliano Santalucia) e invece le nostre erano state delle speranze infrante. Per fortuna, il debutto del personaggio nelle serie moderne risale a una puntata della serie Robot in Disguise 2015, Sottoterra della Stagione 1: mandato sulla Terra dall’Alto Consiglio per indagare sull’incidente della nave-prigione Alchemor, Jazz incontra la squadra di Bumblebee, e insieme catturano l’ennesimo Decepticon fuggitivo, non senza prima aver insegnato un paio di dritte a un entusiasta Sideswipe. In questa veste, Jazz è sempre il guerriero rilassato, fermo, estroverso e giovale che abbiamo imparato a conoscere, e la sua leggendaria capacità di mantenere la calma nelle situazioni critiche è tale che gli permette di sconfiggere anche i nemici più pericolosi; ma nello stesso tempo è talmente estroverso da diventare subito simpatico agli occhi di Sideswipe, quasi come fosse un fratello maggiore! La cosa sorprendente è che l’aspetto generale del personaggio non solo è reminiscente alla controparte G1, ma possiede anche lo stesso potere dello “spettacolo di luci e suoni stordente” tipico dell’antenato originale, nonché l’inedito visore retrattile ereditato dall’omonimo Movie. Nell’e-dizione italiana, inoltre, è doppiato da Gabriele Calindri, la stessa dell’omonimo Animated, quindi potremo dire che a questo punto il cerchio si chiude, no?

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

Anche nella Cybertron devastata dalla Guerra nella fortunata saga di videogiochi La Battaglia per Cybertron Jazz è sempre stato un protagonista versatile: se nel primo capitolo lo vediamo solo come cameoe poi come personaggio DLC per la campagna multiplayer, nel secondo (dal titolo La Caduta di Cybertron) è addirittura coinvolto nella pericolosa missione di recupero di Grimlock nel Mare di Ruggine, accompagnato da Cliffjumper come nel film dell’86: qui il nostro amico ha come talento speciale l’utilizzo di un rampino, che gli permette non solo di spostare oggetti altrimenti troppo pesanti ma anche di issarsi da una piattaforma all’altra. In questo senso, il Jazz Cybertroniano è praticamente l’alter ego alieno del G1 con annesso l’assetto pre-terrestre del robot e del veicolo, nonché il suo “biglietto da visita” che compare tra i tanti suggerimenti durante i caricamenti del gioco!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

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La domanda che sorge spontanea è: quanti modellini Jazz ha avuto nel corso della sua esistenza? Ce ne sono tantissimi: basti pensare che, considerando quelli più importanti, il G1 ne conti meno di dieci (inclusa la ristampa G2), tra modellini originali “classici” e rivisitazioni moderne. Il più “anziano” di tutti è ovviamente il G1 del 1984, o meglio il Diaclone dell’anno precedente, lo stesso modellino che l’italiana GIG importò dal Giappone insieme ai primissimi TF con i nomi italianizzati, appunto, e Jazz fu uno dei primi ad essere pubblicizzato – ricordate gli spot sul retro dei numeri di Topolino dell’epoca? Non solo, rilasciò anche un gift set chiamato Set Commandos con le figure di Jazz, Bumblebee, Grimlock e Starscream, e il boom classicheggiante continua negli anni 1989/90 con le serie Pretender e Action Master, rispettivamente dei robot chiusi in gusci umani a mo’ di uovo di Pasqua e action figure non trasformabili dotati delle armi e gadget più disparati. Ovviamente anche il nostro Jazz era presente in quelle linee e come Pretender era molto simpatico fin dal guscio umano munito di tuta bianca e azzurra e un casco che ricorda la testa del robot originale! Come Action Master, invece, in Italia si chiamava Bionic ed era simile per aspetto al settei del cartone animato e munito di uno skateboard che alla bisogna poteva diventare la sua arma.

Nel Duemila Jazz continua a essere un personaggio popolare, al punto da meritarsi nel 2004 un trattamento Alternator, Transformer con altmode ispirati a modelli reali di veicoli su licenza in formato die-cast, generalmente in scala 1:24. Lo storico Tigre si becca una bellissima Madza RX-8 bianca e nera, il cui stampo sarà riutilizzato per una versione rossa rilasciata per il mercato nipponico. Tra il 2008 e il 2010, intanto, è l’epoca dei cosiddetti CHUG, cioè delle linee Classic/Henkei, Universe e Generations: qui Jazz esce in due varianti, un adorabile Universe Legends purtroppo senza accessori (ma molto somigliante al G1) e un Deluxe altrettanto bello, capostipite dei Reveal the Shield della linea Transformers (2010) – anch’esso molto G1-esco, sebbene l’altmode è un ibrido tra la Porsche 935 Turbo dello stesso e la Pontiac Solstice del Movie, nonché la pistola simile a quella del Pretender; ciononostante, è un modello considerato uno delle trasposizioni moderne più fedeli del personaggio originale, visti gli impianti stereo che fuoriescono dalle “ali” del robot che riecheggiano le tipiche armi G1!

Sul finire del 2017 viene rilasciato un modellino di Jazz per la linea Power of the Prime (terza parte della cosiddetta “Trilogia Prime”), il quale condivide caratteristiche e ingegneria simili alle action figure Combiner Wars nonostante non sia il remolddi un personaggio preesistente – anche se, in effetti, presenta la gimmik della trasformazione in un arto per Combiner. Con il suo altmodeispirato a una Porsche 962, Jazz torna dagli anni Ottanta in questa nuova veste, e non è l’unico. Tre anni dopo, arriva persino il suo tributo nella Studio Series, più precisamente nella sottolinea dedicata al 35esimo anniversario del film animato – una gradita sorpresa che di certo ha reso felice i fan di questo spettacolare Autobot. Un’unica differenza: sulle portiere è presente il numero 14 e non il 4 a causa dei diritti ancora oggi detenuti dal modellino Diaclone.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

E le altre iterazioni? Il Movie Jazz di cui sopra ha ben cinque modellini diversi, tra cui un Legends, un Deluxe il cui robot lascia molto a desiderare; un altrettanto deludente Fast Action Battler e due bellissime chicche (e mezzo!). Se si desidera avere una fedele riproduzione della controparte CGI del film del 2007, la Hasbro rilascia le cosiddette “Robot Repliche”, statuine non trasformabili che riproducono fedelmente l’aspetto dei robot nei minimi dettagli... e tra questi c’è proprio Jazz, con tanto di avambracci intercambiabili! Allo stesso modo, la serie Titanium propone un’altra statuina di Jazz, questa volta in formato die-cast con articolazioni solo dalla vita in su. Per fortuna, per la serie Human Alliance del 2010, ecco che arriva il modellino “definitivo”: il Jazz di questa linea è virtualmente perfetto in entrambe le modalità, e la gimmik del visore retrattile nella testa è un bel tocco di classe davvero apprezzabile.

L’arrivo del modello Studio Series prima e del Masterpiece poi ha strappato tale primato dal suddetto modellino, e adesso siamo di fronte a una replica più grande e una più piccola del primo ufficiale Autobot che ha avuto la sfortuna di debuttare e morire nello stesso film. Lo SS Jazz è fedele e ben fatto con la carrozzeria argentata e snodato il giusto, senza rotazione del bacino ma con la possibilità di inclinare lateralmente i piedi, anche se per far ciò si porta dietro i pannelli degli stinchi. Può storcere il naso che il fatto di essere una figurepiccola, ma questo è dovuto solo per mantenere la scala con gli altri modelli della linea. E il Masterpiece? Iniziata come una riproposizione giapponese di un paio di bei giocattoloni già visti in Occidente, il ramo dedicato al Movieverse si è poi giustamente evoluto, dalla terza uscita, in ciò che dovrebbe essere, ovvero il meglio a livello di somiglianza e scala dei robot visti al cinema che devono rappresentare: questo Jazz, pertanto, è un’ottima aggiunta alla collezione dei fan del personaggio ed agli amanti dei cosiddetti “Bayformer”, grazie alla splendida somiglianza al modello in CGI ed all’alta posabilità, anche nelle dita delle mani! Magari qualche articolazione è un po’ lasca, e rispetto alle altre auto della linea non è altissimo (ma questo è per via dell’accuratezza della scala fra i robot), ma a parte ciò è davvero una piccola, grande opera d’arte.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

Per la linea Animated del 2008, il Deluxe Jazz è una vera pietra miliare per il suo look a dir poco accattivante, nonché l’altmode ibrido tra la Porsche 935 Turbo dell’omonimo G1 e una Corvette anni Cinquanta. Il personaggio, poi, è caratterizzato in maniera magistrale e il colore bianco con parti nere poste in punti strategici, dona davvero l’illusione che Jazz indossa una stilosa tutina da ballerino funky, tanto alla moda in certi ambienti americani. Inoltre, più si guarda quel collo leggermente ricurvo e la parte alta del casco (che sembra quasi un berretto con visiera) convince sempre di più di quanto lo stile adottato per i personaggi Animated sia fresco e rivoluzionario e, al contempo, dannatamente compatibile e cucito addosso ai profili caratteriali dei personaggi G1 che tanto amiamo! Di quest’ottimo modello sono uscite due ristampe, il Freeway Jazz con colori ispirati alla controparte filmica e una figure esclusiva della BotCon 2011 con le fattezze dello Stunticon Dead End.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

La Continuità Allineata, intanto, ci regala giusto un paio di figure col nome di Jazz, a cominciare dal bellissimo Deluxe per la linea Generations dedicata al videogioco La Caduta di Cybertron: armato di una normalissima pistola omaggiante il G1, Jazz possiede delle parti posticce quali le ruote scolpite sui piedi per esigenze di show-accuracy, poiché quelle vere sono nascoste dietro i pannelli delle braccia. Inoltre, l’assetto del torace, normalmente parallelo al terreno, è inclinato verso il basso, forse come arrangiamento per il futuro remold (pesante!) in Sideswipe. Per i RiD2015, esiste un solo modellino: un Warrior che però pecca in colorazione (corretta comunque nell’equivalente Takara Adventure) nonostante una discreta scultura in entrambe le modalità; modello che sarà lievemente modificato sulla testa per il gift set Drift Origins per la Takara.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 02: JAZZ

CONCLUSIONE

Con gli anni abbiamo avuto altri Autobot “stilosi”, ma Jazz verrà ricordato come il loro capostipite e anche il più famoso. È iconico, è simpatico per la sua parlantina pseudo-giovanile e per il suo amore per la musica. Il suo ritorno in auge sarebbe ben più che gradito per gli appassionati ed è veramente rassicurante che col tempo abbiamo avuto modellini che lo raffigurano nel miglior modo possibile. Doppi pollici in su per Jazz, allora!

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Buon compleanno Beast Wars ma - soprattutto - buon compleanno anche a me, poiché entrambi quest'anno compiamo ben 25 anni. Perciò festeggeremo tutti insieme con questo speciale che tratterà l'icona numero uno di questa serie TF "bestiale"...

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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SPECIALE 1: DINOBOT, l'onore di un guerriero

«Forse ho trovato la risposta alla domanda che mi assillava da tempo: il futuro non può essere mutato, siamo noi che decidiamo le nostre scelte. Ma, ironia della sorte, soltanto ora scopro di non poter scegliere affatto. Io sono un guerriero... e il mio destino è combattere!».

Con questa bellissima e commovente citazione tratta dalla serie TF che quest’anno spegnerà venticinque candeline, introduciamo un’altra stella del firmamento robottiano che ha segnato profondamente i nostri cuori fino alle lacrime (per alcuni letteralmente!). Da non confondersi con l’omonima squadra Autobot dall’altmode sauresco, DINOBOT è indiscutibilmente il beniamino delle masse per il suo acuto senso dell’onore e quel carisma tale che morirebbe gloriosamente in battaglia pur di proteggere chi ama; il tutto armato dei suoi inconfondibili spada e scudo rotanti e uno sguardo laser à la Superman per gli attacchi a lunga distanza.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

È impossibile non ricordare quel velociraptor Predacon che crede nella ricerca di una gloria imperitura, e che già all'inizio della serie Beast Wars inizia a mettere in dubbio i metodi di Megatron accusandolo di aver condotto il resto della ciurma su un pianeta sbagliato dopo il furto del Disco d'Oro, una preziosissima reliquia di Cybertron. Verrà quindi scacciato da disertore e si unirà successivamente ai Maximal nonostante il suo tentativo fallito di “spodestare” Optimus Primal dal ruolo di leader, ed è per questo che si distingue dai suoi neocompagni proprio per la sua famigerata lealtà ballerina: un Predacon resta pur sempre un Predacon, dopotutto, ma – parafrasando Nightmare before Christmas, uscito al cinema tre anni prima di ciò che in Italia conoscevamo come “Biocombat” – ti decanterà Shakespeare a memoria!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Ebbene sì: Dinobot viene dipinto come un guerriero romantico, nell’accezione di tragico, un antieroe che lotta disperatamente per la sua libertà e sempre contro l’inevitabilità del destino; esattamente come fanno gli shakespeariani Macbeth («Ahimè, povero Tarantulas! Lo conoscevo, Cheetor...») e Amleto (il celeberrimo «Essere o non essere, questo è il dilemma...», oppure quel «Il resto è silenzio...» detto in punto di morte), entrambi in perenne lotta contro la natura “bene di madre e di voler matrigna”. E come tutti gli eroi tragici di questo genere, anche il nostro ha amiconi del cuore che lo rispettano, come quel Rattrap con cui condivide una divertente rivalità per i motivi di cui sopra.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Il suo canto del cigno avviene nella Stagione 2, nel memorabile episodio Un Grande Eroe, in cui lo vediamo affrontare l’intero entourage di Megatron tutto da solo fino alla fine delle sue forze – arriva persino a mettere KO lo spietato capo Predacon con una rudimentale ascia. E quando i suoi compagni Maximal arrivano troppo tardi a vedere cos'è successo, Dinobot ha già abbracciato il suo destino e chiede umilmente loro di raccontare la sua storia ai posteri, poiché “non c’è nulla da recriminare” nell’aver salvato la valletta da cui nascerà la razza umana: «Dite loro la verità. – egli dice – I miei tradimenti e anche le mie imprese... e lasciate che mi giudichino di conseguenza. Ora lasciatemi in pace...». Questa è la fine di Dinobot, “vissuto da guerriero e morto da eroe”, ma non per quel mostro di Megatron sempre volenteroso di manipolare le menti dei nostri amici Biocombat con le sue intricatissime trame.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Nella Stagione 3 infatti, grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia Transmetal 2, egli resuscita il caro e vecchio guerriero fondendo il DNA di questi e un frammento della Scintilla di Rampage, dando vita a un grottesco pseudo zombie/clone/mostro di Frankenstein. Con questa nuova veste, quindi, “Dinobot secondo” torna all’ovile dei Predacon nel tentativo di Megatron di avere tra le fila un soldato fedele e obbediente da controllare a piacimento, anche se il fantasma dei ricordi della vita precedente è sempre dietro l’angolo. La serie non ce lo spiega esplicitamente, ma si pensa che Rattrap abbia giocato un ruolo chiave per recuperare il “vecchio” Dinobot quasi in maniera analoga di Blackarachnia nei confronti di Tarantulas. Il suo sacrificio nel finale di serie lascia intendere che, seppur sia stato manipolato e riprogrammato contro la propria volontà, Dinobot è sempre disposto a tutto per andare fino in fondo e dignitosamente. Purtroppo, non sono mai state (finora) segnalate altre sue apparizioni in serie esterne alle Biocombat – esclusi i fumetti e l'omaggio nella recente War for Cybertron: Il Regno, in cui i Maxmal e i Predacon si contrano con i Cybertroniani G1 in un crossover non così brillante ma al tempo stesso un ottimo modo per festeggiare i venticinque anni delle Guerre Animali. Comunque, pare che l’anima di Dinobot si sia reincarnata in personaggi non così diversi dall’originale; i decani ricorderanno sicuramente la figura di Starscream concepita in Armada, ma il più vicino di tutti è forse il Decepticon Dreadwing della serie TRANSFORMERS: Prime, di cui abbiamo già discusso nella Puntata 4.

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Per quanto sia stato un personaggio radicato esclusivamente nell’universo Beast Wars, Dinobot è divenuto popolarissimo e amato da pubblico anche attraverso i numerosi modellini susseguitisi negli anni. Primo tra tutti il Deluxe del 1996, che come tutti i colleghi di ondata aveva la gimmik della “testa mutante” – cioè una maschera con fattezze bestiali che segnava la transizione dalla forma animale a quella robotica. I colori della variante Hasbro non erano così eccezionali (il raptor era troppo rosa!) e il viso del Bot era appena abbozzato, mentre la variante Takara cercava allora come oggi di rimanere il più possibile fedele alla controparte animata. E ovviamente non mancano delle piccole variazioni, come il remold in Grimlock o la ricolorazione celebrativa del decennale della serie – il Deluxe del 2006, con parti dipinte con bei colori metallizzati e una valida alternativa al predecessore Takara.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Doveroso menzionare l’aggiornamento – se possiamo definirlo tale – in Dinobot Transmetal 2 del 1999, anche questo un Deluxe ed è tuttora una rarità della sua categoria dato che la distribuzione dei Beast Wars iniziò ad interrompersi coi primissimi Transmetal 2. Un Deluxe, dicevo, che da una parte da un senso di continuità, ma dall’altra cozza con la versione nel cartone, che già il primo Dinobot era secondo solo a Megatron come altezza, quindi dovevano farlo minimo come Mega o Voyager, occasione perduta qui nella sua incarnazione TM2, senza però contare che altre versioni di personaggi della prima ora come Cybershark e Blackarachnia ricevettero un upgrade di stazza da Deluxe proprio nei rispettivi Mega Transmetal 2, ma sono dettagli.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Ma un personaggio così popolare non potrebbe mai avere la possibilità di riapparire in modelli aggiornati negli anni successivi? Naturalmente sì, e così ecco un bell’Universe del 2008/09 nei panni di un velociraptor ispirato a Jurassic Park con una forma robotica più fedele alla controparte animata e con proporzioni più antropomorfe – oltre a una colorazione show-accurate se si prende l’omonimo Takara. Certo l’iconico scudo non ruota più, ma in compenso può sparare un missile che è anche l’altrettanto celebre spada. Il fascino delle Biocombat, però, si esaurisce in fretta e da quell’anno non se ne sente più parlare, a parte il Dinobot con altmode veicolare per la Timeline 2006 che purtroppo era solo il remold di Cybertron Longrack.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Quasi nel tentativo di aggiungere una pezza all’aspetto goffo e troppo poco fedele alla controparte animata dei modellini di cui sopra, nel 2018 anche Dinobot appare tra i Masterpiece e finalmente con le giuste proporzioni e altezza – o almeno, insieme agli altri personaggi della sottocategoria Beast Wars della linea. Tra le chicche di questo Dinobot spiccano dettagli stampati e la verniciatura antigraffio, rendendolo quindi molto più resistente. Certo, è dettagliatissimo e fedelissimo al cartone animato, ma può spaventare i giunti delle articolazioni alle spalle del Bot, troppo duri e fragili – difettino corretto con le copie successive, per fortuna.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

Se proprio il Masterpiece è economicamente proibitivo, tre anni dopo arriva da War for Cybertron: Il Regno della macro-famiglia Generations un Voyager discreto e accettabile. È effettivamente un Masterpiece in miniatura e ci viene presentato come Predacon (ricordandoci che all’inizio della serie originale apparteneva a tale schieramento prima di disertare), ciononostante è anche un valido sostituto che manda definitivamente in soffitta il vecchio modello degli anni ‘90.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Episodio Speciale 01: DINOBOT

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CONCLUSIONE

Poiché come le Beast Wars sono nata nel ’96, mi vedo costretta essere di parte: una serie animata che ha avuto il coraggio di nascere in computer grafica, tecnologia all’epoca pionieristica e sconosciuta all’infuori dei pochi cartoni che conosco, per esempio della neonata Pixar Animation Studios. Scelte audaci a parte, l’idea di avere Transformer con altmode bestiali era già presente nella G1 – come i Predacon e i Terrorcon – ma una serie che sia interamente sulle “guerre animali” è stata una vera e propria rivoluzione. E che ci abbia regalato trame accattivanti dei personaggi memorabili come il nostro Dinobot o Blackarachnia è un altro punto a suo favore. Grazie di tutto, Guerriero!

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 5: ELITA ONE, la robot guerriera per eccellenza

Fra le primissime Fembot ad apparire nell’universo dei Transformers, la più famosa è certamente ELITA ONE, che esordisce nella storica puntata Alla Ricerca di Alpha Trion come capo della resistenza Autobot contro i Decepticon su Cybertron, dopo che Optimus Prime e Megatron partirono dal pianeta per finire sulla Terra. Nel vecchio doppiaggio italiano la chiamavamo “Elita Uno”, ignorando del tutto l’etimologia effettiva del nome. Esso, infatti, rispecchia quello della sua controparte maschile sia nella pronuncia sia nel significato di “ottimo” e “primo”; più specificamente, “Elita” è un derivato di “elite”, a sua volta dal latino electa, che vuol dire “colui/colei che è stato scelto/a”. Quindi, potremmo dedurre che il nome di questa Fembot è traducibile in “La Prescelta”.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

Nome a parte, ciò che ha reso famosa Elita One nella G1 (oltre a essere leader delle Femmine Autobot e una Bot che “non conosce la paura”), è il suo legame affettivo, quasi al limite del sentimentale, con Optimus Prime, nonostante tale scelta rischi di cadere nella trappola dell’incesto. Come i fan di vecchia data sanno, infatti, nell’episodio della Stagione 2 L’Alba della Guerra i due (al secolo Ariel e Orion Pax, rispettivamente) furono ricostruiti dall’anziano Alpha Trion utilizzando pressoché le stesse “componenti genetiche”, come se i due fossero fratelli ante litteram. I più, al massimo, potrebbero notare un’analogia nella mitologia antica, in quanto anche Zeus ed Era sono sì fratelli ma comunque coniugi e sovrani dell’Olimpo.

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Sfortunatamente, Elita One non conserva altre controparti omonime all’infuori della “Movie” e della breve ma intensa apparizione in Animated. Nel primo caso, è attiva più nei fumetti che nel film dove effettivamente il personaggio debutta (il secondo della saga, La Vendetta del Caduto del 2009) e, estetici omaggi G1 sul cartaceo a parte, di certo la conosciamo meglio come la motocicletta viola “sorella maggiore di Arcee e Chromia e uno degli ufficiali più stretti di Optimus Prime” del Movie-verso di Michael Bay. La versione Animated del personaggio, invece, ha l’aspetto della forma iniziale di Elita One, cioè Ariel, di cui riconosciamo la caratteristica “coda di cavallo”. Lo schema cromatico utilizzato qui è però verde acquamarina e giallo – ben diverso dal rosa e bianco del personaggio G1. Sempre per strizzare l’occhio al G1, anche questa Elita One ha un potere speciale, sebbene di natura ben diversa: “prendere in prestito” e riprodurre fedelmente le abilità altrui, il che ricorda Rogue dei supereroi mutanti X-Men della Marvel. Inoltre, secondo quanto detto da Derrick J. Wyatt, il suo altmode avrebbe dovuto essere una futuristica auto Cybertroniana (ennesima citazione dell’omo-nima G1), se almeno si fosse salvata in tempo dalla mutazione biosintetica che di lì a poco l’avrebbe trasformata in Blackarachnia (di quest’ultima parleremo in una puntata apposita).

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

Il suo recente ritorno, almeno tra le pagine della IDW nella saga dedicata a Windblade, la riporta ad assumere lo stesso look aggiornato e migliorato della “vecchia” G1, molto rosa e bianca ma con una caratterizzazione molto diversa all’originale, poiché in questo universo viene ritratta come una spietata tiranna e carceriera, decisamente meno femminile e dolce. Per quanto riguarda le apparizioni su schermo, invece, segnaliamo la trilogia War for Cybertron, nuova serie in onda su Netflix che ripercorre la guerra sul pianeta natale dei Transformers in salsa G1-esca e in versione quasi integrale – e quindi con un sapore completamente diverso da quello a cui eravamo abituati dai videogiochi Activision/High Moon Studios. Eccola di nuovo come capitana della Resistenza Autobot e affiancata dalla storica socia Chromia, con l’assetto vintage un po’ stilizzato e un’inedita livrea sul rosso magari per distinguerla meglio da Arcee, che anche lei ha il rosa come colore predominante.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

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Ancor più infelice è il destino del personaggio nelle vesti di modellino Transformer. Per Elita One, infatti, non è mai stata prodotta alcuna figure che la rappresenti in nessuna iterazione conosciuta, neanche un modellino G1 della stessa. A omaggiare tale versione, semmai, è stato il Deluxe della linea Cybertron uscito esclusivamente per la BotCondel 2009, ma era solo un repaintdella Decepticon Thunderblast – una scelta, tutto sommato, non errata, data la forma della testa di quest’ultima molto reminiscente a quella dell’Elita One originale.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

Anche la linea Movie le è stata particolarmente ostile: la Hasbro, all’epoca della linea legata al secondo film della saga, aveva più volte annunciato la presenza di questa Fembot (in classe Deluxe) assieme alle sue sorelle in modo che i fan potessero finalmente cercare di riprodurre il fantomatico Combiner che le tre motociclette avrebbero dovuto formare nella pellicola – una scena poi tagliata per ragioni tuttora sconosciute. Altrettanto ignoto è, invece, l’esclusione di Elita dalla linea principale, scatenando l’indignazione generale da parte dei fan... finché l’azienda l’ha “resuscitata” nel 2010 come repaint del Deluxe Chromia, anche se il risultato finale non soddisfaceva per nulla i più puristi, neanche la versione giapponese Takara con i colori più fedeli alla controparte cinematografica. Solo il set esclusivo dei negozi Target che la vede insieme alle altre due moto contro Sideways ridipinto ad hoc, e la figure inclusa assieme a Skids nella linea Dark of the Moon: Human Alliance del 2011 hanno in parte aggiustato il tiro. Una piccola luce in fondo al tunnel inizia a intravedersi grazie all’arrivo dei Studio Series, e in questo caso Elita One è venduta insieme alle sue sorelle moto come un trio in classe Legion, e “finalmente” col design fedele alla controparte Movie. Certo, la modalità Combiner è ancora fan-made, ma è rassicurante avere tra le mani un modellino scolpito come dovrebbe essere, seppur con dieci anni di ritardo!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

Fino a oggi, per l’iconica leader delle Femmine Autobot non esisteva un effettivo modellino che la ritragga simile alla G1 o, volendo, una versione migliorata e moderna di quest’ultima. A parte l’ennesimo omaggio come carta collezionabile nel vecchio videogioco TRANSFORMERS: Legends per dispositivi mobili, in cui la si vede sì col suo look originale, ma con l’altmode di motocicletta col quale è diventata famosa (o famigerata, che dir si voglia) nella saga cinematografica di Michael Bay. Poi, finalmente, la macro-famiglia Generations ci propone non uno ma due bei modelli, un Voyager da Power of the Primes e un Deluxe da War for Cybertron: Earthrise. Purtroppo non sono stampi originali ma remold pesanti di personaggi preesistenti, ovvero quel mostro di Starscream da una parte e un’accettabile Arcee dall’altra... il che ha senso, poiché negli anni Ottanta Elita One aveva l’altmode di una quattroruote Cybertroniana. Rossa e bianca, ma pur sempre nostalgica.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 05: ELITA ONE

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CONCLUSIONE

Per quanto relativamente ancora rare, la scelta di proporci anche dei TF femminili allarga la categoria di utenza dei fan, avvicinando il franchise sempre più alla sempre più ambita parità di genere. Non siamo più portati a vedere i robottoni come prodotti esclusivamente per ragazzi, e questo ha anche ampliato il nostro modo di vedere il loro universo. Elita One è stata la capostipite, insieme alle sue colleghe, e poi vedremo l'arrivo di Arcee nel film dell'86... insomma, anche Cybertron assomiglia sempre più alla nostra Terra. Il che è un bene, secondo me.

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 04: DREADWING

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 4: DREADWING, nemico freddo come il ghiaccio

C’era una volta un freddo, gelido spadaccino che viveva in un sontuoso castello di cristallo. Guerriero combattuto, soleva meditare per vendicarsi del defunto fratello gemello, o per dargli una degna sepoltura o strapparlo dall’Oltretomba nonostante fosse ormai mutato in uno zombi. Sembra l’incipit di una fiaba fantasy ma in realtà è solo una delle numerose incarnazioni di uno dei Decepticon più carismatici della generazione moderna dei Transformers, anche se dovremo analizzare il soggetto in questione sotto un’altra ottica.

DREADWING (letteralmente “Ala del Terrore”) nasce, infatti, come la combinazione degli altmode di due Powermaster G1 del lontano 1988, Darkwing e Dreadwind. Poi questo nome è stato riciclato per indicare altri Decepticon nelle iterazioni TF più moderne, Movie-verso e Continuity Allineata in primis, senza alcun collegamento diretto con l’antenato originale. Di quest’ultimo, sappiamo solo che è composto da due Decepticon mercenari, il cui scopo di esistere è seminare terrore ovunque li porti il vento, salvo ritrovarsi sul pianeta Nebulos dove stringono un legame binario rispettivamente con lo scienziato pazzo Hi-Test e il ladruncolo Throttle: grazie alla nuova tecnologia Powermaster, i due Nebulani divengono così i loro motori, fornendo loro energia grazie ad una modifica del legame binario.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 04: DREADWING

Oltre la G1 c’è un bel buco, dove il Decepticon ha collezionato solo comparse sparse un po’ in tutto il brand, come lo “pseudo-Combiner” della serie Robots in Disguise (2001) o il clone di Mirage in Energon della Trilogia Unicron, ma Dreadwing è diventato subito popolare in altre iterazioni. Nel Movie-verso, infatti, egli altro non è che il capitano di una squadra di cloni Seeker nella miniserie a fumetti Il Regno di Starscream, ambientato tra il primo e il secondo film... e questa caratteristica di “capo dei Seeker” verrà ereditata dalla controparte Prime nella Continuity Allineata, oltreché a uno schema di colori relativamente simili, cioè sui toni del blu e del nero, con inediti tocchi di oro e argento. In questo caso, gli sceneggiatori ci regalano non uno ma due Seeker uguali come due gocce d’acqua, descritti letteralmente come fratelli gemelli e retroattivamente come delle figure tragiche ma al tempo stesso fedelissime alla causa di Megatron, forse i pochi sottoposti ciecamente fedeli al Comandante stesso. Eppure il trucco c’è: uno è verde e si chiama Skyquakee l’altro è blu... il nostro Dreadwing, appunto! Entrambi sono apparsi nella sesta puntata rispettivamente nella prima (Maestri e Allievi) e nella seconda stagione (Cannone Sciolto), anche se il Seeker blu ha avuto più “screen-time” di suo fratello, quindi ci concentreremo su di lui.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 04: DREADWING

Il Dreadwing della serie Prime è speciale fin dal doppiatore americano, Tony Todd, lo stesso del Caduto nel secondo film di Michael Bay, ma noi lo conosciamo con la voce di Giorgio Bonino, noto ai più per aver doppiato – tra gli altri – Animated Blitzwing. In secondo luogo, la sua caratterizzazione è tale che all’apparenza fa di lui un personaggio poco nelle corde di un Decepticon... anzi, non possiamo neanche definirlo malvagio, ma solo uno sfortunato antieroe stoico e meditativo munito di un rigidissimo codice d’onore quasi come fosse il “pronipote” del compianto e indimenticabile Beast Wars Dinobot (di cui ci occuperemo in una puntata futura). Sempre da Biocombat deriva il suo design generale molto reminiscente a Depth Charge, col quale condivide addirittura la combinazione casco blu/viso dorato/occhi rossi. Infine, a rendere Dreadwing un personaggio amatissimo dal pubblico è lo stile da samurai nella forma della testa, il fatto di essere equipaggiato con una spada e, ovviamente, una storia di redenzione alle spalle, alla stessa stregua di una fiaba fantasy.

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Essendo un personaggio relativamente poco conosciuto, i modelli di Dreadwing si contano sulle dita di una mano, e per comodità indicheremo tutti quelli che portano questo nome. Il capostipite è ovviamente il jet formato dai due G1 Powermaster Dreadwind e Darkwing del 1988, la cui gimmik di combinarsi in altmode era all’epoca una novità a dir poco geniale. Nel 1994 il personaggio viene riproposto nella G2, e anche se il modellino originale non era un granché, le rivisitazioni moderne per la linea Transformers 2010 (un remold del Voyager Mindwipe della linea Revenge of the Fallen, disponibile esclusivamente al Tokyo Toy Show di quell’anno) e il Deluxe della linea celebrativa Generations Thrilling 30 del 2014 sono delle rappresentazioni moderne del Dreadwing “classico” più che accettabili! Se però dobbiamo per forza ricercare un modello che omaggi il duo Powermaster originale senza snaturarlo, bisogna allora menzionare i Deluxe della linea Power of the Prime (2017/18), anche se purtroppo sono solo dei remold di due Aerialbot della precedente Combiner Force (Air Raid per Darkwing e Skydive per Dreadwind).

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 04: DREADWING

Per quanto riguarda i modellini degli anni Duemila, solo quello di classe Megadella linea Energon può essere considerata una buona rappresentazione del Decepticon, anche se purtroppo l’action figure in sé era solo un mero remold di Mirage. Uno stampo tutto nuovo, invece, era il Deluxe della linea del primo film di Michael Bay, in cui lo vediamo come un Decepticon monocolo con l’altmode di MiG-29 Fulcrum, molto somigliante ai droni Seeker apparsi nel videogioco ufficiale del film. A completare la collezione è la triade di Dreadwing rilasciati per la linea Prime, rispettivamente un modellino buono, ottimo e mediocre: un Cyberverse Commander bello compatto in seguito ricolorato per fare Skyquake; un possente Voyager munito di una ridicola arma a LED, anch’esso in seguito riscolpito con le fattezze del fratello gemello verde; e infine un Deluxe per la sotto-linea Beast Hunters con un assetto più vicino ad una bestia che un robot umanoide, il cui stampo sarà riutilizzato per il Dreadwing della serie Takara Adventure, ossia l’edizione giapponese di Robots in Disguise (2015). Dal momento che la stagione 3 di Prime non è stata importata nel paese del Sol Levante, questo modellino potrebbe essere considerato come un erede spirituale per il nostro glorioso Decepticon, il cui ricordo sarà sempre vivo nelle nostre Scintille.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 04: DREADWING

CONCLUSIONE

Questa storia di redenzione, onore e misticità mi costringe a paragonare Dreadwing e Skyquake – almeno in linea teorica – alla leggenda greca dei Dioscuri Castore e Polluce. Là dove il primo muore fatalmente in una battuta di caccia e il secondo prega il padre Zeus di cedere metà della propria immortalità affinché i due possano vivere alternativamente sull’Olimpo e nell’Oltretomba senza mai separarsi, qui invece la caccia di Dreadwing tanto del corpo del fratello quanto del suo assassino avviene risoluta e senza mai perdere la calma… salvo infine inalberarsi e sfogare il proprio dolore in un grido nella notte temporalesca in cui viaggia la Nemesi di Megatron. È una storia bellissima e commovente al pari dell’antenato Dinobot, e gli antieroi tragici hanno sempre suscitato un certo fascino in me. Indubbiamente uno dei personaggi più sfaccettati di tutta la serie Prime!

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 3: DRIFT, uno stoico samurai robot

I fan di primo pelo dei Transformers, quando sentono nominare un certo Autobot spadaccino dai tratti orientaleggianti e dal rigido codice d’onore, certamente si domanderanno: ma chi è ‘sto tizio? Ebbene, questo personaggio è stato creato dalla mente di Shane McCarthy e dalla matita dell’italiano Guido Guidi, mossi dall’idea di sapere cosa accadrebbe se un ex Decepticon diventasse un Autobot; nasce così DRIFT, uno spadaccino dall’apparente aspetto angelico per via della prevalenza del bianco nella livrea.

Dal punto di vista etimologico, il suo nome è basato sul “drifting” (cioè “derapare”),tecnica di guida giapponese che molti automobilisti professionisti usano spesso per superare le curve più strette del circuito senza perdere velocità: questo è il motivo per cui il personaggio in esame ha assunto l’altmode terrestre di un’auto sportiva, figlia di un bolide di Fast and Furious e una NASCAR. Nome e altmode a parte, sono le origini da Decepticon a renderlo unico e “stoico”. Infatti, prima di essere il Bot che noi tutti conosciamo e amiamo, Drift si chiamava Deadlock; dapprima uno sfortunato senzatetto che viveva in strada a rubacchiare Energon per sopravvivere, poi fedele guerriero al soldo di Megatron che “combatte contro gli Autobot con una coppia di potenti fucili”, prima di “raggiungere l’illuminazione” grazie ad un pugno di Cybertroniani neutrali del cosiddetto “Circolo della Luce”.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

L’esordio del personaggio risale al 2008 tra le pagine IDW, anche se in quel caso (All Hail Megatron #5) era solo una mera comparsa; per la prima vera apparizione in cartaceo dobbiamo aspettare l’anno seguente, per lo Spotlight: Drift, ma le aspettative sono state tutt’altro che rosee: ciò che leggiamo in queste tavole sembra la bozza di una sceneggiatura scritta troppo in fretta, con situazioni stereotipate scopiazzate a destra e manca e ributtate assieme alla rinfusa. L’effetto pathos e la voglia di leggerne ancora che l’autore, forse, si illude di creare non rivelando tutti gli elementi della storia di Drift non nasce nel lettore. Peccato, però, che non tutti la pensavano in questo modo, tanto che nel 2010 la IDW ha addirittura pubblicato una miniserie dedicata a Drift e sempre scritta da McCarthy. Il tiro è lievemente migliorato, perché questa volta leggiamo le origini del personaggio da rude Decepticon braccato da un feroce cacciatore di taglie, fino a ricevere finalmente l’aspetto che abbiamo imparato a conoscere. Negli anni Dieci del Duemila, nel frattempo, Drift diventa a tutti gli effetti l’Autobot preferito della IDW al punto da ritrovarlo come protagonista nella saga Empire of Stone e poi tra gli Autobot protagonisti di More than Meets the Eye prima e Lost Light poi. Da allora, sfortunatamente, Drift non è più comparso in altri media in quanto personaggio esclusivamente dei fumetti... fino al 2014.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

Quell’anno, infatti, segna il suo ritorno in chiave moderna col debutto sul grande schermo negli ultimi capitoli della saga Transformers live action diretta da MichaelBay, ovvero L’Era dell’Estinzione e L’Ultimo Cavaliere! In questo caso, se l’originale omonimo “cartaceo” ricordava in parte un samurai, il Drift bayformer appesantisce il concetto tanto nel look quanto nella parlata: una caricatura di MTMTE ed è pure un Triple Changer, poiché oltre alla modalità di Bugatti Veyron sfoggia anche quella di elicottero. In effetti, Drift è il primo “Tripla Azione” del Movie-verso, considerando i due altmode completamente diversi e non uno ibrido dell’altro. E sebbene sia un’altra caratteristica fondamentale del Drift originale e che sia menzionata nelle Bio dei personaggi, il fatto di essere un ex-Decepticon non viene mai detto nel film. Magari gli sceneggiatori sono partiti da Springer (famoso Autobot nel brand armato di spada e con due altmode proprio di auto ed elicottero) per creare il personaggio che poi è divenuto Drift. Guerriero giapponese a tutti gli effetti, seppur stereotipato fino al midollo, e con una nuova livrea nera e blu con tocchi dorati... per poi diventare rosso e nero e con l’altmode di Mercedes AMG GT R nel successivo capitolo della saga di Bay.

Ovviamente non possiamo non menzionare delle brevi particine in altri universi TF. Ad esempio, per la serie Animated, c’è un Drift nel volume The Complete AllSpark Almanac del 2010, sebbene il suo design somigliante a Blurr/Cheetor non piacesse al padre della serie in persona, Derrick J.Wyatt. Due anni dopo, riappare nell’universo speculare Shattered Glass nei panni di un guerriero sempre pronto a “spazzare via quegli invasori che osano varcare la soglia del suo universo”. Quest’ultima versione, inoltre, nasconde una piccola, divertente curiosità: Drift è stato per la prima volta descritto dalla Fun Publications (cioè la casa proprietaria dell’officiale Club dei Collezionisti Transformers e della Convention ad essa dedicata) come “il Bot chiacchierone”. Infatti, se il G1Drift è un “oscuro ninja” cauto, silenzioso e prudente, lo Shattered Glass è letteralmente il suo esatto opposto; un folle mercenario, appunto, che è solito rompere la quarta parete spesso e volentieri esattamente come l’(anti)eroe più pazzo e degenerato della Marvel, Deadpool!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

Nella primavera del 2015, in occasione dell’arrivo della nuova serie animata successiva a Prime, Drift esordisce anche in TV in Robots in Disguise, più precisamente nel dodicesimo episodio della Stagione 1, intitolato La Stagione di Caccia: qui la squadra di Bumblebee si ritrova ad affrontare il noto robot-samurai e la sua nemesi, il Decepticon Fracture, impegnati ad aggiudicarsi la taglia che l’Alto Consiglio ha posto sulla testa di Bee dopo la sua irruzione in un certo museo su Cybertron. Solo cinque episodi dopo, Si è Perso un Minicon!, si assiste al suo ingresso permanente nel Bee Team, diventando uno degli Autobot principali del cast. Curiosamente, in questa serie, Drift ha mantenuto sì il look da samurai, ma più edulcorato e con un’inedita combinazione di arancione/nero/rosso che ironicamente era il primo schema cromatico usato nei primi concept art della sua controparte cinematografica. In realtà, troviamo diverse parti in comune tra i due Drift: in primo luogo, usano lo stesso codice d’onore personale in combattimento, quindi condividono quella magica aura stoica che rende entrambi i personaggi “mistici”; in secondo luogo, l’altmode del RiD Drift ricorda una Bugatti Veyron, appunto lo stesso veicolo nel quale si trasformava la sua controparte filmica; infine, il rapporto tra lui e Bumblebee è simile sia nel cartone che nel film, in quanto hanno pareri contrastanti su leadership, strategia e combattimento tali da far nascere in loro una lieve rivalità. Ciononostante, si comportano come dei buoni compagni di squadra tanto sul campo di battaglia quanto fuori.

Ben più innovativa è la controparte Cyberverse del 2018/19, in cui il personaggio intraprende un vero e proprio percorso di transizione: questa, infatti, è indubbiamente la prima versione di Drift a essere sempre stata un Decepticon, rompendo la tradizione dei suoi predecessori permanentemente radicati alla fazione degli Autobot. Esteticamente Deadlock appare come una versione modificata del G1 Springer di Guido Guidi – seppur con alcune differenze quali la posizione del simbolo Decepticon e la cabina dell’altmode sul petto – mentre Drift è identico in tutto e per tutto all’omonimo G1 salvo per licenze stilistiche minori (i piedi che assomigliano alle calzature tradizionali giapponesi simili alle nostre infradito, per esempio).

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Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

Come promesso dai rumor susseguitisi durante la sua creazione e apparizione nei fumetti, anche Drift è stato riprodotto come modellino: il primo di una lunga serie ha inaugurato la linea Generations del 2010, quest’ultima allo scopo di proseguire idealmente lo stile delle precedenti Classics ed Universe 2.0. In altmode questo Deluxe si presenta come un ibrido tra una Nissan Silvia S15 e una Mitsubishi FTO e, nel complesso, è fedelissimo al design di Guidi, ogni dettaglio è riprodotto superbamente! Altmode dalla colorazione tamarra come poche, un robot che strizza l’occhio a tutti i Gundam dal ‘91 in poi, per tacer dello spadone à la Final Fantasy con tanto di kanji... due dei quali sono presenti anche sulle portiere del veicolo, tra l’altro! Di questo bestione sono susseguite altre ristampe e recolor: due Takara United (un Drift e un Blurr simili ai rispettivi Generations ma con una colorazione più fedele alle controparti cartacee), lo Shattered Glass Timeline in esclusiva per il Club dei Collezionisti, il Blurr dell’Hasbro Platinum Edition... e infine Deadlock, uscito per la linea Takara Legends.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

Per il Drift bayformer, dobbiamo aspettare il 2014 per l’inedita linea del quarto film di Bay – linea che, ripetiamo, non è mai arrivata in Italia. Il Deluxe è squisitamente pregevole e ben articolato, nonostante la colorazione prevalentemente sul blu che con la controparte CG quasi non centra nulla; tuttavia, il Takara Movie Advance e l’Hasbro Platinum Edition compensano con una show accuracy migliore, mentre il modellino per la successiva linea The Last Knight è solo leggermente riscolpito e ricolorato per assomigliare al “nuovo” Drift vestito da Mercedes. Per la successiva linea celebrativa Studio Series (2019/20), viene ripresentato il modellino di cui sopra ma con una livrea molto più somigliante alla controparte cinematografica. Inoltre, abbiamo già detto che Drift è il primo effettivo Triple Changer, ma purtroppo gli addetti ai lavori non sono riusciti a replicare la cosa tra i modellini, nonostante ne esista uno a parte per la modalità di elicottero... che però è il remold di Dark of the Moon Skyhammer. Stesso discorso per il Drift elicottero della Studio Series, anch’esso remold pesante di Bumblebee (2018) Dropkick.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT

Anche nella linea Robots in Disguise (2015) Drift ha ricevuto millemila trattamenti. Dall’One-Step al Legion, fino al 3-Step Changers, passando poi a un Warrior da applausi e un interessante ma mediocre Deployer... sì, perché questa versione di Drift è accompagnata da Minicon, anch’essi con un look tra il samurai e il ninja: Jetstorm è quello in nero e armato di nunchuck, omonimo tanto del Generale dei Vehicon jet di Beast Machines quanto del gemello blu di Animated Jetfire. Slipstream è invece quello in rosso e armato di naginata, un omonimo questa volta del clone femminile di Animated Starscream (che solo nelle reincarnazioni più recenti è diventato un personaggio autonomo). Inoltre, il solo Warrior Drift ha ben quattro versioni (escludendo la canonica Hasbro), tra cui un Origins Drift della Takarae un Alpine Strike della Hasbro che raffigurano il personaggio con un look reminiscente alla controparte IDW G1.

Di tutt’altro stampo, invece, sono i Warrior della linea Cyberverse, che rappresentano rispettivamente l’incarnazione Decepticon e Autobot del personaggio. Nonostante i due modelli si somiglino per colore e scultura dell’altmode, i robot hanno una diversa morfologia e gimmik d’attacco, oltre al fatto che Drift è dotato di articolazioni ai polsi. Non saranno i modellini più belli della linea, ma di sicuro rendono giustizia a un Bot pesantemente sottovalutato dalla maggior parte delle masse!

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CONCLUSIONE

Drift passerà sicuramente alla storia non solo per il fascino del suo look ispirato al paese del Sol Levante tanto amato da noi occidentali, ma anche per il carisma del personaggio raffigurato che sfocia fra l’anonimo e il conosciuto. Certo, le incarnazioni avute con gli anni sono diversissime ma tutte sono state coerenti e rispettose nei confronti del capostipite IDW. Un caso più unico che raro, detto francamente, e mi fa piacere vederlo in uno dei miei (ennesimi!) Bot preferiti. 😅

Arrivederci alla prossima puntata! 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

Ho deciso di alternare gli Autobot e i Decepticon in modo da variare gli argomenti. Così la serie non sembrerà monotona e noiosa. Ora vediamo l'episodio di oggi...

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 2: LOCKDOWN, il cacciatore di taglie

Con il prossimo soggetto è meglio non scherzare. Basta solo nominarlo e le reazioni scatenate tra i fan si alternano tra urli di giubilo o vergognosi fischi, se non addirittura insulti più o meno pesanti. L’unica magra consolazione è che LOCKDOWN non appartiene a nessuna fazione dei Transformers, quindi né Autobot né Decepticon.

Sebbene sia uno dei pochissimi Bot misconosciuti a causa delle sue origini relativamente moderne, Locky detiene una discreta popolarità nel brand, complice probabilmente del fatto di essere un cacciatore di taglie con il macabro pallino di collezionare i cimeli degli sfortunati Bot che ha incrociato lungo il cammino, pur detenendo “solo” quattro trasposizioni nell’universo Transformer. Non è certo un bravo ragazzo come Samus Aran, la survivalista spaziale in armatura arancione protagonista della saga Nintendo Metroid, ma possiamo semmai definirlo un “cazzuto bastardo” à la Wolf ‘O Donnel di Star Fox, sempre della Nintendo... oppure ai vari Deathstroke o Lobo della DC Comics. Le analogie tra questi personaggi sono comunque inquietanti tanto quanto il Bot in sé!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

Quest’ultimo, dicevamo, nasce in epoca moderna, più precisamente nella serie Animated del 2008: il suo esordio risale all’episodio Il Brivido della Caccia della Stagione 1, nel quale si presenta come un rivale di vecchia data nientemeno che di Ratchet – e inutile dire che questa puntata sigla l’esordio anche di Arcee, la cui tragica fine rappresenta le radici della rivalità tra il vecchio Autobot e il cacciatore di taglie. In questa prima veste, Lockdown è stato paragonato a Testa di Morte, il Bot che nei fumetti G1 Marvel UK si scontrò più volte con i Transformers di entrambe gli schieramenti. Ma se quest’ultimo era un cacciatore di taglie con un balordo senso dell’umorismo che lo rendeva simpatico, Lockdown è invece la sua controparte dark: non solo per il suo stretto legame con i Decepticon, ma anche per la macabra natura della sua passione collezionistica, che prevede la raccolta di pezzi dei nemici caduti – il che spiega il suo assetto asimmetrico quasi alla strega di un patchwork. Non è ironico che, secondo Derrick J. Wyatt, il nostro Locky doveva in origine essere un bizzarro mostro di Frankenstein robotico, poi cambiato per sposarsi meglio con il ruolo assegnatogli dalla sceneggiatura; il risultato è una figura “reminiscente a un teschio per la testa” con tanto di code simili a quelle di una giacca... anche se, per quanto mi riguarda, il viso di Lockdown ricorda abbastanza vagamente quello di uno dei Kiss! Estetica a parte, il suo arrivo nel brand ha rappresentato una ventata d’aria fresca all’epoca: se già il fatto di non essere allineato a una delle due fazioni lo rende difficile da classificare per l’ingenua mente dei giovanissimi – perennemente radicata alla dicotomia bianco/nero e buono/cattivo – la sua totale immoralità lo rende praticamente inaccessibile.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

È proprio questa popolarità nata da Animated che ha spinto gli addetti ai lavori, a ridosso del 2010, a rilanciare il personaggio di Lockdown nel Movie-verso di Michael Bay, sebbene rimanga solo una mera comparsa nei fumetti ad hoc della IDW, da La Vendetta del Caduto in avanti... almeno fino a quando, nel 2014, esordisce anche sul grande schermo in TRANSFORMERS 4: l’Era dell’Estinzione. Sfoggiando un’inedita livrea completamente nera priva degli iconici spruzzi di verde e un’altmode che al confronto lo stesso Sideswipe impallidisce perché è una Lamborghini, Locky si presenta al pubblico nuovamente come “cacciatore di taglie non allineato con nessuno”, che viaggia per la galassia in cerca di tesori a bordo di un’enorme astronave, anche al costo di scontrarsi con gli Autobot di Optimus Prime. Inoltre, rispondendo soltanto ai capricci degli enigmatici Creatori/Quintesson, Lockdown si tiene alla larga dalla guerra tra Autobot e Decepticon, e vede entrambe le fazioni come un branco di schiamazzanti bambini sempre in lite tra loro, che egli stesso deve tenere a bada pur di mantenere una parvenza di ordine nell’universo. È, a tutti gli effetti, l’antagonista principale di tutta la pellicola (seguito a ruota dallo pseudo-zombie Galvatron e al misterioso Stinger, il guerriero rosso “ispirato a Bumblebee ma migliore in ogni senso”), ma finisce infelicemente tagliato in due da un furioso Optimus Prime, forse per vendicare tanto la morte del caro amico Ratchet quanto le vessazioni subite a lui e ai suoi compagni caduti.

Di recente, nel cartone Cyberverse del 2018, Lockdown appare inaspettatamente retrocesso a un mero guerriero Decepticon appartenente al gradino più basso della gerarchia. E come tutti i protagonisti della serie, anche lui ha un design che è la summa di tutte le sue incarnazioni precedenti: è squadrato come un G1 ante litteram ma ha le borchie e l’uncino al posto di una mano proprio come l’omonimo Animated – e retroattivamente anche il suo altmode, sebbene nella serie non si trasformi mai in veicolo.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

Naturalmente i ragazzi della IDW, sempre nel 2010, hanno avuto la bella idea di trasporre il personaggio anche nel cubettoso universo G1… anzi nella cosiddetta “G1 moderna”, da con confondersi con quella “classica” da cui tutto il brand ha avuto origine! Nome a parte, perché questo “G1 Lockdown” venisse alla luce, l’artista Alex Milne ha insistito nel voler progettare un design originale per il personaggio, ma quest’idea viene subito accantonata; la Hasbro, infatti, gli chiedeva invece di usare l’aspetto che Locky aveva nei fumetti di Revenge of the Fallen; non solo, fu l’editore Denton J. Tipton a suggerire allo sceneggiatore Shane McCarthy di inserire il personaggio anche nel G1-verso, trasformandolo così in uno dei primissimi avversari dell’Autobot samurai Drift... o meglio del reietto Decepticon Deadlock, fuggito dopo una congiura contro Megatron finita male. Compito del cacciatore è ritrovare il fuggiasco e riportarlo tra le fila Decepticon, anche grazie all’aiuto di alcuni schiavisti; alla fine, lo ritrova su un misterioso pianeta su cui un pugno di Bot neutrali (quello che poi sarà noto come il “Circolo della Luce”) lo aveva tenuto nascosto per eoni.

Ma non finisce qui. Lockdown è apparso anche in altri media, come ad esempio nel videogioco per PS4 TRANSFORMERS: The Dark Spark del duo Activision/High Moon Studios, concepito come un ibrido tra il Movie-verso e la saga di La Battaglia per Cybertron. Oppure su dispositivi mobili, come il crossover Angry Birds: TRANSFORMERS, nel quale uno dei maialini verdi nemici dei celebri pennuti della Rovio (il baffuto Caposquadra), veste i panni proprio di Lockdown. O ancora, come mera comparsa nel defunto gioco di carte TRANSFORMERS: Legends, o addirittura come personaggio collezionabile nel recente strategico Earth Wars, dimostrando che il temuto cacciatore di taglie non sia stato del tutto sbattuto nel dimenticatoio!

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Abbiamo detto che Lockdown è apparso solo quattro volte in tutto il brand, videogiochi esclusi, ma questo non vuol dire che i modellini associati a questo personaggio siano altrettanto limitati. Il primo fra tutti, ovviamente, è il Deluxe della linea Animated: una bella muscle car nera e verde descritta come “un amalgama tra una Corvette anni 80 e una Cougar anni 60” irta di aculei per renderla più feroce e cattiva, anche se è più corretto definirla un incrocio tra la Batmobile e Christine, l’infernale auto assassina protagonista dell’omonimo romanzo di Stephen King. Di questo mold sono uscite quattro versioni: quella canonica, la traslucida Stealth, la nera e gialla Blazing e uno pseudo-Decepticon per la linea Adventure del 2015 (ovvero la versione giapponese di Robots in Disguise 2015 della Takara); sono tutte equipaggiate col fucile EMP, lo stesso che Lockdown ruba a Ratchet nel cartone, ma solo tre hanno l’iconico uncino e il Blazing è l’unico a sfoggiare una motosega. Nella stessa linea, a nome di Lockdown troviamo anche un Activator, ossia la famigerata sotto-linea dei modellini che si trasformano alla pressione di un pulsante, rivolto dunque ad un target più giovane.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

Per quanto riguarda il Movie-verso, Lockdown si palesa come Deluxe nella linea Revenge of the Fallen, palesemente ispirato all’Animated in modo così pesante da sembrare quasi identico all’originale; ciononostante lo stesso stampo sarà riutilizzato per il modellino dell’allievo di Lockdown, un tal Axor, per la sotto-linea Hunt for the Decepticon del 2009/10 e nello stesso biennio il mold originale è stato riproposto sotto il nome di “G1 Lockdown”. Nel Movie-verso arriva un altro Deluxe nell’inedita linea di giocattoli del quarto film di Bay; dico inedita perché questi modelli non sono mai stati rilasciati in Italia per lasciare spazio a degli inutili One-Step e compagni riservati ai giovanissimi. L’AoE Lockdown è tristemente noto come il modello più deludente di tutta la linea non solo per lo schema di colori adottato per nulla fedele alla controparte filmica (il modello Hasbro, almeno, mentre quello della Takara Movie Advance sfoggia una livrea più vicina possibile alla CGI) ma anche per essere una “maledetta sottiletta/mezzo Shellformer”, nonché il modellino più basso di tutti gli altri Deluxe a causa dell’altmode forse troppo piccolo per un personaggio così importante. Un vero peccato... o almeno fino al 2018, in cui il personaggio riceve una figure di una qualità leggermente migliore: lo Studio Series Lockdown, che è sempre un Deluxe ma con uno stampo completamente nuovo e meglio proporzionato rispetto al modello precedente. E per fortuna, poiché molti fan del famigerato cacciatore di taglie hanno finora ricevuto solo una delusione dopo l’altra! 😅

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 02: LOCKDOWN

CONCLUSIONE

È davvero un peccato che un personaggio così popolare abbia avuto così poca cura. Forse lui stesso è occupato a raccogliere trofei da qualche parte nella galassia? Io sono ottimista, magari lo rivedremo in futuro in qualche media più che accettabile... e lo dico perché ho sempre avuto un certo fascino per questi personaggi “grigi” e amorali, e sarebbe davvero carino vederlo in compagnia del mio ragno Decepticon Raysharper e tutta la sua banda di Insecticon. Non è da vigliacchi sognare, no? 😊

Arrivederci alla prossima puntata 😘


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4 years ago

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Erano secoli che non porto a compimento un progetto a nome del forum di Autorobot.it, ma finalmente mi son decisa a farlo. Per cui oggi inauguro una specie di pseudo-serie TV in cui vi parlerò delle più grandi icone dei noti robot trasformanti di casa Hasbro. Non so con che cadenza pubblicherò le "puntate", ma vi prometto che "andranno in onda" a brevi intervalli l'una dall'altra. Okkei, dopo questo preambolo, benvenuti a HEROES OF CYBERTRON!

NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.

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PUNTATA 1: BLURR, il Bot vivente più veloce dell’Universo

Sonic the Hedgehog dell’omonima saga videoludica SEGA; il duo a fumetti Flash della DC Comics e Quicksilver della Marvel; l’alieno XLR8 della megaserie animata Ben 10; Beep Beep/Road Runner e il topino Speedy Gonzales dei Looney Tunes... sono solo alcuni dei personaggi fittizi che hanno in comune l’appellativo di “cosa vivente più veloce del mondo”, ma il rappresentante Transformer più famoso di questa categoria non può che essere colui che Gianni Rodari ribattezzerebbe “Freccia Azzurra” in onore del suo omonimo racconto: Blurr!

Conosciuto in Italia negli anni Ottanta col nome di Flash, Blurr è universalmente ricordato per essere uno tra gli Autobot più veloci e per l’altrettanto veloce (e spesso incomprensibile!) parlantina attribuitagli in diverse occasioni, divenuta col tempo marchio di fabbrica del personaggio. Inoltre, in più di trent’anni del brand, Blurr ha avuto almeno otto incarnazioni diverse, divise tra omaggi G1 più o meno brillanti e libere interpretazioni autonome; tra l’altro, il modello G1 è l’“auto fittizia più veloce” secondo il sito Forbes.com, battendo in volata la Mach Five del film Speed Racer (2008) con 500 miglia orarie, contro le appena 258 del secondo classificato. Ma quali sono le origini di questo Usain Bolt dei Transformers?

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Blurr fa la sua prima comparsa nel brand nel Film Animato del 1986 come uno dei nuovi Autobot distaccati ad Autobot City sulla Terra, per poi approdare giocoforza nella successiva Stagione 3 G1 spesso e volentieri a fianco del survivalista poeta Wheelie, come si vede nella miniserie-pilota Le Cinque Facce dell’Oscurità: qui il neo Comandante Rodimus Prime gli affida la delicata missione di consegnare l’ingranaggio di trasformazione di Metroplex ad Autobot City prima che cada nelle mani nemiche. In seguito, Blurr si limita a fornire assistenza e copertura ai suoi compagni in diverse occasioni, il che fa a pugni con l’originale ruolo descritto nella Bio del personaggio, ovvero un semplice messaggero. Nel contempo, però, si dimostra un valido guerriero a tal punto da meritarsi un secondo ruolo nella G1, in particolare per la serie Targetmaster e nei fumetti della IDW, nei quali invece viene descritto con sole tre parole: corridore, soldato, barista. Sì, perché il nostro Flash, dopo numerose scorribande, ora si ritrova a gestire una locanda chiamata Maccadam’s Old Oil House e lo vediamo anche nei fumetti di Windblade a ricoprire lo stesso ruolo; ciononostante, è pur sempre un ottimo consigliere e/o intermediario per la protagonista! Tuttavia, la sua genesi risale a uno Spotlight ricalcato sul modello di un film come Cars: Motori Ruggenti, per un pubblico molto giovane e senza pretese.

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Per quanto riguarda le altre versioni, non bisogna trascurare l’infelice incarnazione nella Trilogia Unicron, perché la sua caratterizzazione in quest’universo appare assai confusa agli occhi dei fan: il personaggio di Blurr, infatti, esordisce in Armada come un tosto veterano, lontano quindi dall’iconografia del G1 semplicemente perché dell’originale velocista ha solo il nome, dato che nella versione giapponese della serie in realtà si chiamava Silverbolt (come lo storico capo degli Aerialbot!). Successivamente, per la serie Cybertron, esce un modellino basato sull’Armada con colori e fattezze che omaggiano il G1, la cui storia è legata al pianeta Velocitron, mentre però nel cartone spesso e volentieri vengono mostrati degli Autobot sulla Terra camuffati col suo stesso altmode.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Il colpo di genio arriva nel 2008, con l’esordio nella fortunata serie Animated, disegnata da Derrick J.Wyatt, coprendo ben sei episodi di fila (o solo tre, considerando la mancata esportazione in Italia della terza stagione). Il personaggio arriva sulla Terra, in altmode, nell’episodio della Stagione 2 I Demoni della Strada sotto il nome di “Blue Racer” – e già questa potrebbe essere una definizione che rivela il nome del personaggio. In questo suo esordio Animated, nonostante la reputazione di chiacchierone, Blurr non dice una sola parola e né viene presentato come “figlio” dell’AllSpark, ma piuttosto come un membro della già nota Guardia d’Élite. Esteticamente questo Blurr, secondo le voci della BotCon dell’epoca, presenta dei lievi omaggi all’ormai defunto TransTech Cheetor, come ad esempio le caratteristiche “ruote vuote” sui piedi; al contempo condivide col G1 non solo l’aspetto seppur stilizzato, ma anche la voce americana, ovvero John Moschitta Jr., sebbene con la tipica parlantina veloce “semplificata” riscontrabile anche dal nostrano Davide Garbolino. Per quanto riguarda l’altmode, per una probabile coincidenza ricorda abbastanza la Mach Five di Speed Racer... oppure una futuristica quattroruote figlia dell’universo fantascientifico di Tron! Con la Stagione 3, inedita in Italia, la musica cambia e il celebre velocista esce sconfitto e ridotto in un cubo. Questo, però, non pone fine alla carriera del personaggio: omaggiando le sventure di Waspinator in Beast Wars, Wyatt ha presentato sul proprio blog un’illustrazione che spiega come la Scintilla di Blurr sia sopravvissuta all’interno del cubo di metallo in cui il corpo è stato compresso; il che spinge gli addetti ai lavori a comporre una storia nella BotCon 2015, intitolata The Return of Blurr, per confermare che è sopravvissuto alla dolorosa tortura subita da Shockwave.

Ovviamente non poteva mancare, in occasione della BotCon 2008, una brillante particina nell’universo speculare Shattered Glass, nel quale veste i panni di un feroce cecchino nero e blu monco di un occhio, ciecamente fedele alla filosofia «Più sono intelligente, più in fretta crepi», giusto per citare il “biglietto da visita” del modellino uscito in edizione limitata in quel periodo.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Ma la vera sorpresa è ritrovare il personaggio addirittura nella Continuity Allineata, macrouniverso creato agli inizi del 2010 allo scopo di “diventare la fusione dei numerosi progetti Transformers per la decade a venire”: l’esordio avviene nei romanzi di Alex Irvine, nello specifico in Exile, come uno dei migliori corridori di Velocitron; quest’ultima caratteristica del personaggio, ereditata dalla defunta versione Cybertron dello stesso, ritorna in Rescue Bots, nei panni questa volta di una giovane recluta finita suo malgrado sulla Terra insieme all’altrettanto sfortunato Autobot Salvage. Seppur con qualche lieve modifica estetica e con una livrea stile G1/Animated, e pur conservando gli “occhiali” del predecessore, lo stesso Blurr ricompare nella serie Robots in Disguise (2015), nella terza stagione intitolata Combiner Force.

L’ultima apparizione nota di Blurr in una serie animata risale al 2018. Si tratta di Cyberverse, che collega diverse trame famose di altre Continuity (non diversamente da quella “Allineata” degli anni ‘10) e le unisce in una nuova storia ispirata ai classici G1 usando personaggi evergreen. Nel caso di Blurr, è un agente e velocista originario di Velocitron (un collegamento con gli omonimi di Cybertron e della Continuity Allineata) nonché amico di Bumblebee, che purtroppo compare solo in una puntata e per di più in un flashback. Un vero peccato, perché possedeva delle caratteristiche interessanti: un look ispirato alla controparte IDW e il fastidioso difetto di parlare troppo velocemente “ereditato” dalla G1 e da Animated, anche se quest’ultimo particolare non viene rappresentato nella serie.

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Come giocattolo, Blurr ha ricevuto poco più di una dozzina di modellini, sette nel solo macrouniverso G1! Prima di tutto, negli anni Ottanta uscirono due versioni del personaggio storico: quello canonico dell’86 e il Targetmaster dell’87, con la differenza che quest’ultimo presentava una livrea più brillante e più vicina possibile al settei originale rispetto al primo. Anche per la Trilogia Unicron abbiamo avuto due modellini: quello Armada del 2002, un Deluxe vecchia scuola il cui altmode assomiglia a una Ferrari F50 (venduto anche in Giappone nel set Street Speed Mini-Con Team); e quello Cybertron del 2005, anch’esso un vecchio Deluxema tarato come mero recolor del modello precedente e modificato ad hoc per contenere la gimmik delle Cyber Key – nel caso di Blurr del pianeta Velocitron. Lo stesso modello lo ritroviamo, come anticipato sopra, come figure esclusiva della BotCon 2008 per la serie Shattered Glass, anche se in realtà conserva la Cyber Key del modellino di Cybertron!

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Contemporaneamente esce il Deluxe Blurr per la linea Animated: bello, elegante e longilineo al punto giusto, con un’arma somigliante in tutto e per tutto al G1 – il cofano dell’auto che poteva diventare alla bisogna uno scudo con lama seghettata retrattile. Tre anni dopo, data la sua somiglianza al TransTech Cheetor, la Hasbro non si è risparmiata nel ricavare da questo stampo una figure esclusiva per il cosiddetto “Club dei Collezionisti”, con le fattezze del simpatico Maximal scavezzacollo delle Beast Wars in salsa tutt’altro che animalesca!

Nel frattempo, negli anni Dieci del Duemila, la Hasbro presenta al mondo un tripudio di Blurr, sia classici sia moderni. Per la linea Generations del 2010, per esempio, ecco un Deluxe Blurr come remold del già ottimo modello di Drift, apprezzato soprattutto dai TFan del Belpaese per il look praticamente sputato agli sketch del mostro sacro italico Guido Guidi, successivamente ricolorato per la linea United dell’anno seguente e poi ancora per il gift set Autobot Heroes del 2016 – in tutti e tre i casi Blurr ha la sua tipica livrea G1, ma è armato di fucile da cecchino, come invece si vede nei fumetti IDW. Nello stesso anno, arriva un altro Deluxe, questa volta per la Titan Returns, colorato come il vecchio giocattolo G1 nella versione Hasbro e come nel cartone originale G1 nella versione Takara; inoltre, la sua testa/Titan Master, gimmik chiave di questa linea, omaggia il suo partner Targetmaster fin dal nome, seppur con grafia completamente diversa per motivi tutt’ora sconosciuti (da Haywire a Hyperfire, per intenderci).

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Una menzione d’onore va invece alla linea Studio Series, linea di modelli nata come celebrazione degli oltre dieci anni della saga cinematografica Transformers, quasi in parallelo all’uscita del film su Bumblebee. Non solo, essa spezza una lancia persino per il film dell’86, da cui sono tratti alcuni personaggi chiave quali ovviamente Blurr: quest’ultimo si presenta come un Deluxe perfettamente basato sul settei originale, dalla scultura inedita fino alla colorazione, definendolo un ottimo rimpiazzo al precedente TR.

Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 01: BLURR

Per la Continuity Allineata, infine, c’è l’imbarazzo della scelta, tra un anonimo modellino della linea kid-friendly Rescue Bots e ben tre figure dalla Robots in Disguise (2015) – un Warrior, un One-Step e un Legion, e solo il primo già sembra fedele alla controparte animata. Tuttavia queste ultime due incarnazioni hanno fatto storcere un po’ di nasi nel fandom: rappresentano davvero lo stesso personaggio? In effetti gli altmode dei due Blurr sono mostruosamente simili, e addirittura secondo gli addetti ai lavori la versione RiD “si trasforma in un’auto sportiva azzurra e bianca scolpita come un incrocio tra una Ferrari FXX Evoluzione e l’altmode G1”. Anche la colorazione è diversa: se nel primo caso è viola e bianco e non ha nulla in comune col G1, come abbiamo accennato sopra, il RiD Blurr invece è classicheggiante e moderno allo stesso tempo, anche se l’altmode mangia in testa a quello dell’Animated perché simile al Rescue Bots. E proprio per mascherare il fatto che ha un design completamente diverso, esiste pure un recolor dello stesso personaggio in formato One-Step per la linea Cyberverse, e in quanto tale non è possibile definirlo un modellino a sé stante.

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CONCLUSIONE

Io mi auguro che si possa recuperare questo personaggio un po’ trascurato ma nemmeno sconosciuto che mi è sempre piaciuto per la velocità e per certe incarnazioni dai look uno più accattivante dell’altro – anche perché correre “da zero a cento in 3,5 secondi” (come cantava Rihanna in Shut Up and Drive) ti spara in corpo un’adrenalina pazzesca e indescrivibile. Per cui, cara Hasbro, riproponi Blurr in un prossimo futuro, e possibilmente che duri molto di più senza doverlo schiacciare in un cubo o spazzarlo via con la Ruggine Cosmica... 😅

Alla prossima puntata! 😘


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